Silvia Kramar
da New York
Questanno gli Oscar per i migliori protagonisti potrebbero avere due vincitori dai nomi gemelli: Hoffman e Huffman. Philip Seymour Hoffman nei panni del leggendario Truman Capote e Felicity Huffman in quelli, difficilissimi, di un travestito, potrebbero coronare la serata del 5 marzo, sul podio degli Academy Awards californiani. Se così fosse gli Oscar 2006 riporterebbero alla ribalta i grandi film a sfondo omosex che, di tanto in tanto, hanno scandalizzato il cinema. Cera stato il coraggioso Il bacio della donna ragno, che aveva regalato lOscar a William Hurt, nei panni di un carcerato gay che divide una cella con Raul Julia; poi era seguito Philadelphia, che aveva premiato Tom Hanks malato di Aids e infine Boys dont Cry col quale la giovanissima Hilary Swank premiata con lOscar per aver vestito i panni di una ragazzina sessualmente disadattata.
Ma i film sugli omosessuali finora non hanno mai strappato lOscar più ambito, quello per la miglior pellicola dellanno. Così anche questanno le tre storie di gay che si stanno affacciando al varco degli Academy Awards e di quei Golden Globe che verranno assegnati lunedì prossimo probabilmente porteranno a casa statuette minori: Brokeback Mountain, Capote e Transamerica faranno comunque parlare di sè. Lultimo dei tre è quello che sta sorprendendo tutti: prodotto con una manciata di dollari e con pochissimi attori da Harvey Feinstein, Transamerica ha raccolto grandi applausi dalla critica Usa.
Regina indiscussa di questa storia, che ha come sfondo un uomo che si sottopone ad unoperazione per diventare donna e scopre di aver messo al mondo, anni prima, un erede, è lei, Felicity Huffman, la bravissima Lynette della serie televisiva Casalinghe disperate. In televisione la Huffman è la meno glamour delle quattro casalinghe disperate: occupa i panni della super mamma americana, oberata da quattro terribili figli maschi e da una carriera che da lei richiede limpossibile. In Transamerica è la rivelazione del momento: credibilissima nei panni prima delluomo e poi in quelli del transessuale.
«Non è stato facile» sorride lattrice che nella vita è sposata con lattore William Macy da cui ha avuto due figlie, Sofia di cinque anni e Georgia di tre. «Ore e ore di trucco e anche un pene finto, una protesi che mi veniva incollata al mattino prima di salire sul set. Lho tenuto per tutte le scene tranne in una lunga scena su un van e col caldo ha rischiato di sciogliersi».
Ci sono anche stati dei momenti imbarazzanti: «Era un film con un budget così basso che non avevamo nemmeno i soldi per comprare altri bottiglioni di bagnoschiuma e in una scena in cui io, da uomo, mi immergevo nel bagno quellaggeggio ha fatto capolino tra la schiuma. Lavevo soprannominato Andy, il nome dellex fidanzato della mia assistente...». Scherza, la Huffman, ma è vero è che si è preparata per il ruolo con grande serietà. «Ho preso lezioni di voce da un maestro, per trasformare la mia di donna in quella solitaria e gutturale di un uomo. Ci sono riuscita così bene che mio marito, alla fine, non ne poteva più di andare a letto con un uomo».
Tra pochi giorni la giuria dei Golden Globe sarà la prima a decidere se premiare la Huffman per il suo coraggio; poi il 31 gennaio lannuncio delle candidature dellOscar dovrebbe portare nuovamente alla ribalta il suo nome tra quelli delle grandi favorite dellanno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.