A Cascina Gobba calano i crimini: «Con le ronde siamo più tranquilli»

Residenti soddisfatti dalla presenza dei City Angels che pattugliano la zona intorno alla metropolitana

A Cascina Gobba calano i crimini: «Con le ronde siamo più tranquilli»

È una realtà fondata sui fatti, non una chiacchiera priva di fondamento: da quando, soprattutto nei fine settimana, i City Angels pattugliano la zona intorno alla fermata della metropolitana di Cascina Gobba (cioè dal maggio dello scorso anno) i residenti, donne in testa, si sentono molto più tranquilli e sereni, i controlli delle forze dell’ordine sono diventati più assidui, le bande di baby borseggiatori rom che assediano i passeggeri sulle scalinate meno insidiose. Ed è tutto dire visto che stiamo parlando di una delle zone più «particolari» di Milano, soprattutto dal punto di vista multietnico. Per chi non lo sapesse, infatti, l’area all’esterno del metrò - una delle più grandi, provvista di un notissimo parcheggio coperto per pendolari - nel weekend si divide in due parti: una zona regolamentata di ben 15mila metri quadrati, spostata verso la tangenziale e l’ospedale San Raffaele, dove i furgoni e le bancarelle ordinate e variopinte di ambulanti che vengono appositamente ogni settimana da Romania, Moldavia e Ucraina attirano fiumi di gente (anche 9mila le presenze!) che si muovono tra cetrioli giganti, matrioske e al suono di musiche gitane alla Emir Kusturika; l’altra area, che è poi il mega piazzale davanti alla fermata del metrò, è utilizzato abusivamente da pullman provenienti dal Marocco e di marocchini che organizzano barbecue e fuochi all’aperto, ma cercano anche di riportare in patria oggetti rubati qui. E usurpano, tra l’altro, gli spazi dell’Atm.
«Dietro queste presenze di stranieri c’è un po’ di tutto. - spiega Mario Furlan, fondatore e anima degli Angeli con il basco blu -. Risse e liti, a suon di coltello, tra stranieri ubriachi o drogati provenienti dal vicino Sert di via Palmanova, borseggi degli abilissimi baby rom che infilano veloci e agili le loro manine nelle borsette, abusivismo, mancanza d’igiene e ricettacoli di sporcizia e degrado, donne molestate... Soprattutto i marocchini hanno poco rispetto per il sesso femminile. I nostri Angeli sono stranieri, parlano la lingua di questi immigrati e si sono fatti conoscere da loro. Per questo riescono ad avvicinarli con il giusto approccio anche nei momenti di maggiore tensione, a calmarli: i City Angels non vengono visti come repressori, sceriffi, ma più come uomini. Lo stesso con le bande di baby rom che, molto spesso, allontaniamo solo avvicinandoci. Senza contare la gente, le donne che, la sera, si fanno scortare alla fermata».
Del resto, già sul metrò, prima di arrivare a Cascina Gobba, la gente non ha dubbi: «Certo che li vedo! - commenta Antonio Bizzi, pensionato 74enne -. I City Angels, come aveva promesso il vicesindaco Riccardo De Corato che ci aveva annunciato il loro arrivo in zona circa un anno fa, hanno rinforzato la sensazione di sicurezza. Non sono molti, quattro, a volte sei, ma si fermano a parlare con tutti. E la gente li avvicina volentieri. Anche gli stessi stranieri».
«L’area degli ambulanti dell’Est è regolamentata da precise norme, controllata da sei telecamere e provvista di bagni pulitissimi» ci spiega Luigi Bianchi della West work security, la società che gestisce il parcheggio degli ucraini che, al prezzo di 80 euro, possono sostare per tre giorni e due notti con i loro furgoni e i pullman, vendendo merci ai connazionali in Italia e consegnando migliaia e migliaia di pacchi dalle mani delle famiglie che sono rimaste in patria ai parenti che vivono qui.

«I City Angels hanno una pazienza infinita con questi stranieri e ci forniscono un’ottima collaborazione: noi siamo dentro l’area, loro la controllano da fuori. Ed è tranquillità non da poco». Anche perché gli angeli - Khen, Kady ed Erick - sono rispettivamente un ivoriano, un romeno e un albanese.

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