Gianandrea Zagato
Ultima notizia: «Il Tar lombardo ha annullato la delibera della giunta monzese numero 339 del 24 maggio 2005, che aveva sospeso ogni determinazione sul piano di lottizzazione della Cascinazza». Il sindaco Michele Faglia non commenta lennesima sentenza del tribunale amministrativo regionale che sconfessa lamministrazione di centrosinistra.
Meglio stare in silenzio anche sul preannuncio di una diffida già presentata dalla società proprietaria dellarea della Cascinazza, Istedin, che reclama allamministrazione comunale di «deliberare sul piano di lottizzazione» dopo quarantanni dattesa. Sì, la società Istedin vanta un diritto a costruire mai realizzato dal 1962 quando acquistò un milione e 600mila metri quadrati di terreno già edificabili (poi ridotti a 388mila), ne cedette quasi 300mila proprio al Comune e pagò tutti gli oneri di urbanizzazione concedendo al Comune di Monza anche terreni su cui è stato poi costruito il carcere, una parte del depuratore e il viale delle Industrie.
Richiesta chiara, dunque: poter realizzare un complesso residenziale, «con un parco attrezzato che consente al quartiere di usufruire di verde pubblico, piste ciclabili, vialetti e alberi compresi: non un quartiere satellite ma un complesso immerso nella cultura urbanistica di Monza che congiunge il Parco a nord con quello a sud», ricorda Paolo Berlusconi al sindaco Faglia durante un confronto televisivo dagli schermi di TeleReporter. Già, quei settantacinque ettari alla periferia della terza città della Lombardia dove alla proprietà viene impedito di mettere un solo mattone sono di Paolo Berlusconi. Tutto chiaro, adesso: quella di Faglia non è una guerra al cemento ma un divieto ad personam ovvero una «battaglia di natura politica» chiosa limprenditore Berlusconi.
Impossibile per Faglia smentirlo e così nei quaranta e passa minuti televisivi, il sindaco si lancia in illazioni contro la Regione - rappresentata negli studi tv di Rho dallassessore allUrbanistica Davide Boni - che con la legge 12 avrebbe favorito progetti edilizi sullarea della Cascinazza, «un patrimonio ambientale e naturalistico al quale non intendiamo rinunciare» dichiara Faglia. Attacco soprattutto a quella norma che riduce da cinque a tre gli anni di salvaguardia sullintero territorio lombardo, «qual è linteresse pubblico, eh assessore, qual è?». Secca la replica: «La nostra legge si allinea alla normativa nazionale e stabilisce regole uguali per tutti i nove milioni e mezzo di abitanti lombardi. Norma a cui non si oppongono i 1456 comuni lombardi ma solo la sua amministrazione: domanda, come mai?».
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