Lo stop alla vendita delle case di via Cicco Simonetta e di via Cesariano arriva per richiesta dellassessore al Demanio, il leghista Diego Sanavio. La motivazione ufficiale è tecnica, ma è chiaro che dietro il rinvio della delibera ci sono perplessità politiche, tanto che la questione si è subito estesa a piazzale Dateo. E il tema sarà discusso durante il comitato di presidenza già convocato per giovedì e al quale parteciperanno il sindaco, Gabriele Albertini, il vicesindaco, Riccardo De Corato, i capidelegazione e i capigruppo della Casa delle libertà: un vertice che avrà allordine del giorno soprattutto piazzale Dateo, oltre che il destino dei trentacinque appartamenti di proprietà comunale di via Cesariano e dei quindici di via Cicco Simonetta, la cui ristrutturazione è stata conclusa un anno fa e che sono ancora vuoti.
La giunta vuole vendere questi immobili, così come il palazzo di piazzale Dateo, per acquistare altri alloggi in periferia. Il dubbio di molti consiglieri è che sia inopportuno vendere senza essere perfettamente certi di ciò che sarà acquistato. «Forza Italia vuole fortemente migliorare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica. E credo che lacquisto passi attraverso la riunione di giovedì prossimo» assicura il capogruppo azzurro, Manfredi Palmeri. E aggiunge: «Non daremo il nostro assenso alla vendita di piazzele Dateo senza un piano chiaro che vincoli le dismissioni allimmediato acquisto di nuovi immobili. Insomma, prima di vendere vogliamo sapere esattamente quante case saranno acquistate, dove e quando».
Sanavio spiega che «è necessaria unulteriore verifica tecnica sul provvedimento, perché manca lautorizzazione regionale alla vendita e dobbiamo ancora individuare con precisione quali immobili andremo ad acquistare con i soldi incassati». La vicenda ha causato anche un duro intervento in aula del capogruppo di An, Stefano Di Martino: la delibera, infatti, prevedeva lacquisto di immobili in via Eritrea che, invece, sarebbero già stati acquistati utilizzando altri fondi. De Corato però ricorda che esistono anche altre destinazioni duso per i proventi di queste dismissioni: «Basta stralciare via Eritrea e limitarsi a destinare i fondi alla ristrutturazione di immobili inagibili del Comune». Unoperazione più che mai necessaria per rimettere in sesto il patrimonio immobiliare, che conta novemila alloggi Erp e diecimila del demanio.
Inevitabile la protesta dellopposizione. Il gruppo dei Ds a Palazzo Marino annuncia un ricorso alla Corte dei conti.
La soluzione, comunque, è attesa per giovedì, quando si terrà il comitato di presidenza.
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