Roma

Case di cura, otto stipendi da pagare

Giacomo Legame

«Le Case di cura da oltre otto mesi, nonostante le buone intenzioni e l’impegno dell’assessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia, non hanno ancora ricevuto le competenze maturate. La gran parte di esse si trova nell’assoluta impossibilità di far fronte al pagamento degli stipendi e della tredicesima mensilità per gli oltre diecimila dipendenti».
Lo denuncia in un comunicato l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) a conclusione di un incontro che si è svolto tra le organizzazioni datoriali della sanità privata e le organizzazioni sindacali del settore.
In quella sede le organizzazioni datoriali «hanno rappresentato la difficile situazione in cui versano oggigiorno le Case di cura anche a causa del mancato rispetto dei termini di pagamento delle fatture».
Per questo motico l’Aiop «sollecita un intervento urgente dell’assessorato regionale al Bilancio e dell’Istituto tesoriere per cercare di risolvere l’attuale critica situazione ed evitare così gravi disagi che potrebbero ricadere direttamente sui lavoratori».
Da parte loro gli assessorati regionali alla Sanità e al Bilancio cercano di smorzare ogni polemica, affermando quanto sia «del tutto ingiustificato ogni allarme sul rischio che possano non essere pagati le tredicesime e gli stipendi ai dipendenti della sanità del Lazio, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato». «Pur nelle note e drammatiche difficoltà finanziarie ereditate, i due assessorati - si legge nel comunicato - hanno lavorato nelle ultime settimane per garantire alle aziende sanitarie e ospedaliere tutte le risorse adeguate ai pagamenti previsti e al rispetto degli accordi previsti dal contratto. Per quanto concerne il settore privato sono stati da tempo approvati gli atti deliberativi che consentiranno nei prossimi giorni al sistema bancario di erogare i pagamenti alle cliniche. Entro la fine della prossima settimana saranno adottati ulteriori provvedimenti per accelerare i pagamenti ai fornitori di beni e servizi alle aziende sanitarie».


«Abbiamo fatto un grande lavoro - conclude la nota congiunta - che darà serenità a quanti operano direttamente o indirettamente nei servizi sanitari e garantirà così la necessaria stabilità al lavoro delle nostre aziende sanitarie e ospedaliere».

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