Case d’oro, 24 ore di paura per gli inquilini privilegiati

Il ciclone «Affittopoli» sta per abbattersi come una mannaia, dopo Palazzo Marino anche sul Policlinico e sul Pio Albergo Trivulzio. Tra 24 ore o poco più, infatti, dovrebbero venire pubblicati, fatto salvo il via libera del Garante per la Privacy, i nomi dei fortunati inquilini degli alloggi della Fondazione Policlinico e dell’Istituto Pio Albergo Trivulzio. Dopo la pubblicazione due giorni fa degli indirizzi degli appartamenti della fondazione, con tanto di metrature e canone di affitto, per completare l’«operazione trasparenza» tocca ai nomi degli occupanti. Il Policlinico vanta uno tra i portafogli immobiliari più ricchi degli ospedali italiani con i suoi 1946 alloggi, che fruttano insieme agli affitti dei terreni agricoli, 11 milioni 230 mila euro per un patrimonio valutato un miliardo e mezzo. Alloggi che potrebbero rendere molto di più se messi a reddito a prezzi di mercato.
Ma il 60% del patrimonio è vincolato per affitti sociali, destinati a persone disagiate o sfrattate, mentre il 40% è libero ma vincolato dalle quotazioni dell’Agenzia del territorio - spiegano da via Sforza-: appartamenti accessibili a tutti, appunto tramite bando. Ma «spesso in Italia bandi e concorsi - ammette il presidente della Fondazione Giancarlo Cesana - sono un paravento per far passare avanti i preferiti».
Lo sanno bene gli abitanti di via Camminadella (via de Amicis), via Giotto, a due passi da corso Vercelli, via Orazio (Sant’Ambrogio), via Canova e via Guerrazzi (Arco della Pace). Appartamenti spaziosi, in pieno centro, alcuni con tanto di affreschi e stucchi, dati in affitto a pochissimi privilegiati a prezzi low cost. Chi sono? Notai, avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti, medici, primari, professori e poi gente apparentemente qualunque, che magari ha la fortuna di essere amica di potenti. Attenzione però: si tratta di amicizie che risalgono agli anni Settanta e Ottanta. Le case affittate a equo canone infatti venivano date in locazione a chiunque ne facesse richiesta. Il privilegio in questo caso stava nella conoscenza: bisognava sapere, infatti, dell’esistenza di questi super appartamenti e della pubblicazione del bando. E i primi a saperlo erano i vip e i loro amici. Negli anni Ottanta i comitati sanitari di zona introducono la gestione «politica» della sanità: ecco allora che cambia anche la tipologia dei privilegiati, con una connotazione più politica.
Sempre domani anche il Pio Albergo Trivulzio ha promesso di mettere on line gli indirizzi di un patrimonio immobiliare da 8 milioni di euro. Dubbi se vi saranno anche i nomi dei fortunati inquilini.


In una città che ha una fame atavica di residenze, si capisce come l’appartamento sia un bene veramente prezioso: così ad esempio, anche le case di edilizia convenzionata delle Acli, come lo stabile di via Savona 103, destinate a giovani coppie e operai, sono finite negli anni ad alcune persone che non ne avevano diritto. E in città cresce l’attesa per l’operazione trasparenza.

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