Case dello spettacolo, l’Agis risponde all’ex assessore Di Stefano

Riceviamo e pubblichiamo.
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«Rispondiamo alla dichiarazione dell’ex-assessore regionale Di Stefano, pubblicata su Il Giornale del 19 maggio (articolo “Case dello Spettacolo”) per chiarire la nostra posizione e rilanciare interrogativi di interesse generale per tutto il settore dello Spettacolo. Domande alle quali, nella replica piuttosto risentita, l’ex-assessore alla Formazione non ha fornito risposte esaurienti.
In merito al bando “Case dello Spettacolo” Agis Lazio ribadisce la necessità di un intervento formativo strutturale in stretto collegamento con le imprese ma esprime forti perplessità sia per l’inusuale velocità della fase di valutazione dei progetti, con una brusca accelerazione durante la campagna elettorale, sia per la scelta finale, caduta su soggetti che non hanno alcuna esperienza di formazione nel settore spettacolo. In soli 51 giorni, infatti, l’assessorato guidato da Di Stefano, ha concluso l’iter di valutazione dei 10 progetti presentati, fino alla scelta dei progetti vincitori. Per il bando “Sipario” lo stesso assessorato impiegò invece ben 312 giorni per valutare 12 progetti (gli unici con idonei requisiti tra i 46 presentati). Allo stesso modo per il bando “Casa della Lirica”, 90 giorni non sono ancora stati sufficienti a giudicare i 5 progetti presentati. La sovrapposizione tra una selezione dai tempi lampo -ai limiti del frettoloso- e la scadenza elettorale, lascia quindi molti dubbi sulla bontà del processo di valutazione.
In merito ai soggetti vincitori, Agis Lazio chiede chiarezza sulla scelta di Enti che non hanno mai avuto alcuna esperienza professionale con operatori dello Spettacolo. Le perplessità aumentano se si considera che lo stesso assessorato ci chiese di mettere in contatto alcune imprese di spettacolo associate con alcuni soggetti proponenti (segnatamente Engim San Paolo - Giuseppini del Murialdo) per dare maggiore credibilità alle loro proposte. Quali competenze (e potenziali ricadute occupazionali) può mai garantire una struttura che non ha alcun rapporto con il settore? Non è un caso che, al contrario, il progetto presentato da Agis Lazio prevedeva l’impegno ad occupare presso le imprese del settore, almeno il 40 per cento dei soggetti formati.
Sono queste le domande, fondamentali per l’esito concreto dell’intervento formativo e per il futuro del settore, alle quali ci aspettavamo risposte chiare e coerenti da Di Stefano che ha invece preferito soffermarsi su un presunto sostegno in campagna elettorale, che smentiamo categoricamente. L’Agis Lazio lo ha incontrato nella sua carica di rappresentante delle istituzioni, in una riunione informativa circa gli obiettivi e le strategie del bando. Con la stessa coerenza a-partitica, nel corso dell'ultima campagna elettorale, Agis Lazio ha incontrato i candidati Bonino e Polverini per discutere delle problematiche del settore, e non accetta illazioni su presunti rapporti equivoci con soggetti istituzionali.

Agis Lazio resta pertanto molto critica sull’efficacia dei progetti prescelti e richiede massima chiarezza sulle dinamiche che hanno portato a tale scelta, riservandosi di rivolgersi agli organi competenti, in caso di scarsa oggettività nei criteri di valutazione.
Il nostro contributo e il nostro impegno resta quello di favorire azioni strutturate di formazione altamente professionalizzante a vantaggio dello sviluppo produttivo ed occupazionale del settore».

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