Roma

Casilino 900 Abitanti al lavoro per onorare il patto con il Comune

Hakija, Klei e Bajram fanno avanti e indietro nel campo con un furgone. «Dobbiamo inviare un fax al sindaco Alemanno perché abbiamo preparato le squadre di lavoro» spiega Najo, uno dei portavoce del Casilino 900. I rom hanno preso sul serio l’accordo firmato qualche giorno fa con il Campidoglio e ora si danno da fare per sistemare l’accampamento.
Ieri c’è stata una riunione e i quattro responsabili preparano i lavori, che partiranno domani, per sistemare l’insediamento. Una squadra è pronta per gli allacci della corrente elettrica, una per l’acqua e una supporterà l’Ama per le pulizie. «Tutto a costi ridottissimi per il Comune - dice Najo - in pratica, noi lavoreremo gratis». Cominceranno dall’immondizia. Ce n’è tanta. Cumuli sparsi per tutta l’area. Talmente alti da far pensare che quelle collinette di terra che formano continui dislivelli siano formate da immondizia e poi ricoperte. Ferro, legno, rifiuti di varia natura dove scorrazzano tranquille alcune galline uscite da un recinto. Un po’ di materiale è riciclabile, però, e da alcuni pannelli hanno già deciso di ricavarne un palco. Lo costruiranno all’entrata del campo, lì dove una volta c’era un benzinaio che poi ha chiuso e ora ospita un mercatino domenicale.
«Servirà a fare spettacoli di canto e danza delle ragazze del campo». Uno dei rari momenti in cui le adolescenti rom tireranno fuori dal baule i vestiti tradizionali, le gonne lunghe a fiori e le camicette con gli strass. Svestiranno, per l’occasione, i jeans a vita bassa, il piumino e l’Ipod che portano, ormai, tutti i giorni. Enver si alza tutte le mattine alle 5. Sveglia la sua bambina, Laura, 11 anni. Le scalda l’acqua, la lava, la veste, le prepara la colazione e la porta al pullman che l’accompagnerà a scuola insieme ad altri 120 bambini. Poi Enver va a raccogliere il ferro e fa anche da madre a Laura da quando sua moglie l’ha lasciato e se ne è andata a vivere in un altro campo. Anche lui farà parte delle squadre di lavoro.
«Abbiamo preso un impegno insieme ad Alemanno e lo vogliamo rispettare - dice ancora Najo - chi non starà con noi non godrà della nostra rappresentanza». Vogliono onorare l’intesa, mantenendo l’area in buona situazione igienico-sanitaria, eliminando gli allacci abusivi e bonificando il campo.

Diminuiranno i topi, il fango e alla fine spariranno anche i resti bruciacchiati della Savorengo Cher, la casa in legno d’architettura rom, progettata per il futuro del Casilino 900, messa a fuoco alcune settimane fa, sembra, da alcuni «dissidenti» al nuovo corso.

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