da Roma
Lo aveva promesso, e ora lo ha fatto. Ricordate quando Le Iene carpirono tracce organiche agli onorevoli per far loro lantidoping? La documentazione non fu resa pubblica, ma pare che la percentuale di positività fosse alta. Ne nacquero polemiche e discussioni, e Pier Ferdinando Casini lanciò lidea di istituzionalizzare il test antidroga per i parlamentari. Ora, quella del leader dellUdc è una regolare proposta di legge, che porta la firma di un centinaio di deputati, in adesione trasversale. Ieri il testo è stato presentato in conferenza stampa: casualmente o no, giunge in piena mattanza del sabato sera e dopo la proposta del ministro dellInterno di istituire controlli antidoping a scuola e nelle discoteche. «Noi dobbiamo dare il buon esempio in una guerra che non deve fermarsi di fronte ad alcun santuario», ha spiegato Casini sollecitando il ministro a tener duro: «Sono daccordo con Amato: serve tolleranza zero e spero che il ministro non cambi idea, come a volte fa».
Il progetto di legge presentato dallex presidente della Camera introduce il test antidroga annuale per senatori e deputati, ma senza renderlo obbligatorio. Ciò, in rispetto della normativa sulla privacy: dunque i parlamentari possono decidere di non sottoporsi allesame, ma leventuale rifiuto sarà annotato, per trasparenza, nel loro fascicolo personale. Gli elettori dunque sapranno quali deputati o senatori non hanno voluto sottoporsi al test, così come conosceranno i risultati degli esami. Per gli onorevoli che risultano positivi, non sono previste sanzioni di alcun genere, «è sufficiente il giudizio degli elettori». Il testo non entra nei dettagli tecnici, demandando le procedure per leffettuazione dei test antidroga agli uffici di presidenza delle due Camere. A sottoscrivere la proposta sono ovviamente i 37 deputati dellUdc, 23 di An, 13 di Forza Italia, 7 dellUlivo, 5 dellUdeur, 2 del gruppo Dc-Psi, e uno dei Verdi. Come mai mancano rappresentanti di Rifondazione, Pdci e Rosa nel Pugno? «Chi vuole la liberalizzazione della droga, difficilmente può sottoscrivere questa proposta: sarebbe una schizofrenia», ha risposto Casini.
«La nostra è una scelta di trasparenza e serietà», ha spiegato Casini, «e la proposta di legge nasce dalla necessità di combattere un fenomeno oramai fuori controllo in Italia. La droga ha una diffusione che vede troppi silenzi, troppe subalternità e complicità. Un fenomeno diffuso nei quartieri alti, nel mondo dello spettacolo e dei professionisti e probabilmente anche nel mondo della politica. Non basta fare la guerra ai trafficanti se poi si accetta lesistenza di complicità nei palazzi. Se è vero che questa guerra deve essere condotta senza fermarsi davanti a nessun santuario allora deve partire dallalto e dobbiamo dare lesempio».
Dal Senato giunge lappoggio leghista che però vorrebbe una maggior durezza. Roberto Calderoli infatti «condivide», anche se la proposta di Casini «non porta a conseguenze dirette per chi risultasse positivo al test o rifiutasse di sottoporvisi.
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