da Napoli
Il giorno dopo aver rilasciato sul calcioscandalo dichiarazioni che hanno deluso e infastidito non pochi («le malefatte private possono e devono essere sanzionate dalla legge, ma come italiani e sportivi non possiamo pensare di privarci della nobiltà della tradizione della Juventus»), Pierferdinando Casini torna sullargomento, forse sentendo il bisogno di meglio precisare.
I problemi del calcio italiano non si risolvono facendo dell'ex direttore generale Luciano Moggi il capro espiatorio di tutto: una soluzione del genere, secondo il leader dell'Udc, a Napoli per la chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco del centrodestra Franco Malvano, rappresenterebbe soltanto una «ennesima fuga dalla realtà». In una conferenza stampa nel comitato elettorale dell'ex questore Malvano, Casini ha detto, a proposito dell'inchiesta che ha sconvolto il calcio italiano: «Stiamo andando avanti male, tutto finirà in una bolla di sapone. Anche perché abbiamo gia trovato in Moggi il capro espiatorio. Io Moggi non lo conosco, non mi ha mai telefonato, non l'ho mai cercato», ha aggiunto Casini, secondo il quale interpretare lo scandalo calcistico facendo in modo che l'ex dg della Juventus «si assuma le colpe di tutto, rappresenta soltanto una ennesima fuga dalla realtà ».
«È uno schifo - ha detto Casini rispondendo a margine della conferenza stampa - ma non si può pensare che tutto quello che è successo sia colpa di Moggi: perché se non ci fosse stato un sistema di connivenza e di complicità diffusa non ci sarebbe stato neanche Moggi. Credo che si debba fare pulizia, senza guardare in faccia a nessuno, a 360 gradi - ha detto ancora -. Se non vogliamo affrontare il problema del calcio in modo serio - ha concluso - troviamo il capro espiatorio che si assume le colpe di tutto. Moggi non poteva essere Moggi senza un sistema che lo rendeva Moggi, e credo che su questo chi è senza peccato scagli la prima pietra».
«Non bisogna liquidare la Juventus e i suoi tifosi col marchio della vergogna - ha aggiunto -, i tifosi della Juventus non hanno nessuna colpa, sono le prime vittime».
Detto questo, Casini, che è un tifoso del Bologna, società che in questi giorni lamenta di essere stata una vittima eccellente del «sistema Moggi», essendo retrocessa in circostanze sospette alla fine del campionato 2004-2005, ha fatto sapere che domani, pur non potendo essere presente allo stadio DallAra, «con il cuore» sarà presente «come sempre accanto ai tifosi e alla squadra».
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