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Casini: per far ripartire l’Italia un patto tra Stato e enti locali

Pera: «Troppo alti i costi del conflitto permanente tra Roma e le Regioni. Bisogna cambiare»

Casini: per far ripartire l’Italia un patto tra Stato e enti locali

Francesca Angeli

da Roma

Un patto per l’Italia fra poteri locali e Stato per far ripartire l’economia. I presidenti di Camera e Senato, Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera, alla presenza del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi (durante la Terza assemblea degli eletti nei consigli regionali e nelle Province autonome a Montecitorio) esortano le autonomie locali a superare le conflittualità col potere centrale anche per trovare una via d’uscita al ristagnare dell’economia.
«Si impone a tutti noi, nell’interesse dell’Italia, un Patto che unisca i Comuni, le Province, le Regioni e lo Stato, quale che sia la maggioranza che li governa», dice Casini che sottolinea la necessità di misure strutturali per contrastare la crisi economica. Uno degli snodi cruciali, prosegue, è quello della «collaborazione tra i poteri che costituiscono la Repubblica ed il difficile equilibrio che essa chiama a realizzare». Il presidente della Camera ricorda le difficoltà incontrate dai «processi di riforma istituzionale» mentre «la realtà, nel frattempo, corre più velocemente della politica e costringe la politica ad inseguire le situazioni che si determinano in via di fatto». Ora è giunto il momento di «accelerare i tempi e stabilizzare i sistemi istituzionali».
I segnali che arrivano dalle Regioni per Casini sono «incoraggianti» visto che «molti statuti sono stati approvati e molti altri si trovano in uno stadio di elaborazione assai avanzato». E Casini ricorda pure come nelle ultime elezioni regionali sia stata l’opposizione ad avere la meglio. «Gli avvicendamenti di maggioranza possono non piacere - osserva -. Ma essi sono anche la massima espressione del sistema democratico» ed è per questo che le maggioranze devono pure dare ascolto alle minoranze. Visto che, aggiunge «è la loro presenza a conferire democraticità e trasparenza alle decisioni della maggioranza».
Quel che più conta, conclude Casini, è che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. «Le politiche portanti di questo Paese possono tenere solo se tutti i livelli di governo vi concorrono attivamente, nella consapevolezza di non esserne solo ingranaggi utili, ma protagonisti indispensabili - precisa -. Protagonisti che si assumono pienamente la propria parte di responsabilità». Soprattutto perché «L’Italia sta vivendo, al suo interno e nel contesto internazionale, uno dei momenti difficili della sua storia».
Ed è proprio il rimpallo delle responsabilità ed il conflitto istituzionale tra poteri, derivante dall’ambiguità della riforma federalista lasciata in eredità al governo Berlusconi dal centrosinistra, il tema dell’intervento di Pera.
Dopo la riforma federalista, osserva Pera, si è prodotto un conflitto istituzionale «pressoché permanente» tra Stato e Regioni che produce un «costo eccessivo» per il nostro Paese e che richiede quindi una riflessione e il «coraggio di modificare» dove sia necessario. Pera illustra uno studio di palazzo Madama sulle 350 pronunce della Consulta in materia di rapporti tra Stato e Regioni. Le pronunce su questo tema che nel 2003 erano 66 su 134, ovvero il 49,2 per cento delle pronunce complessive, sono salite nel 2004 a 95 su 167, il 56,8 e nel primo semestre del 2005 rappresentano già il 55 per cento. Un dato «anomalo e un po’ allarmante», osserva Pera perché sta a significare che il federalismo approvato nel 2001, «che avrebbe dovuto essere solidale, non competitivo, bilanciato, equilibrato, in realtà è altamente conflittuale». Occorre quindi riflettere, «su come meglio risolvere gli eventuali conflitti».

Perché continuare ancora per anni in una situazione in cui il conflitto istituzionale tra Stato e Regioni è pressoché permanente, conclude Pera, rappresenta «un costo eccessivo per il nostro Paese».

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