Luca Telese
da Roma
Dopo le parole del cardinal Camillo Ruini, del cardinal Javier Lozano Barragan e soprattutto di Papa Ratzinger, nellincadescente giornata di ieri, il dibattito sullaborto entra subito nellagenda della politica. Ovvio che sulla questione intervenissero soprattutto i cattolici dei due poli. Meno scontato, invece, che prendesse la parola il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, uomo forte dellUdc, dopo le dimissioni di Marco Follini. Casini parla per prendere posizioni nette.
La prima? Quella sulla querelle che si agita intorno alla sperimentazione della cosiddetta pillola abortiva, la Ru486. A Firenze, nel suo intervento al convegno per il trentennale dei centri di Aiuto alla vita, Casini esprime i suoi dubbi sulla sperimentazione, ma pone anche dei paletti sulleventuale riforma della legge 194: «Anziché rimuovere gli ostacoli per arrivare ad una maternità piena e responsabile - ha detto - taluni preferiscono prendere atto passivamente di quegli ostacoli facendone il pretesto per rendere linterruzione di gravidanza un metodo accettabile per limitare le nascite». E poi, sulla sperimentazione delle nuove tecniche abortive: «Occorre cautela e prudenza». Invece, osserva il presidente della Camera, «vedo emergere questo rischio nella discussione che si sta dipanando sulla sperimentazione della pillola Ru486. È un terreno da esplorare con grande attenzione ma che va in ogni caso ricondotto al quadro di riferimento della legge 194». E quindi sulla legge più discussa: ««Le guerre di religione non rispondono alle esigenze di una democrazia matura e avanzata, occorre sgombrare il campo da pulsioni emotive evitando dispute tra guelfi e ghibellini che non hanno più senso». Il primo inquilino di Montecitorio osserva: «Se si guarda allarticolo 1 della legge 194 a tutti è evidente un dato: i termini di principio sono chiari, e appaiono in linea generale accettabili». Tuttavia, aggiunge Casini, «le indicazioni per tradurre quei principi in fatti risultano clamorosamente disattesi». Lultima osservazione, di principio: «Non si possono mettere in discussione alcuni acquisizioni di valore contenute nella 194: il riconoscimento del valore sociale della paternità, la tutela della vita umana dal suo inizio, il rifiuto dellinterruzione volontaria di gravidanza come mezzo per il controllo delle nascite». Per il presidente della Camera, occorre «lavorare per costituire il quadro di sostegno materiale, amministrativo, finanziario indispensabile per rendere quei valori qualcosa di più di una semplice teorica affermazione di principio».
Ma anche nellUlivo si sovrappongono prese di posizione di segno diverso. Rosy Bindi, di prima mattina, va ad Omnibus e dice: «Ritengo che le parole pronunciate dal Cardinal Ruini sulla pillola abortiva siano degne di rispetto e considerazione». Non solo: «Questo - osserva la deputata della Margherita - è uno di quei casi soggetto a quella che viene definita farmacovigilanza: ritengo che in materia ci sia una legittima competenza del ministero della Salute. Per quanto mi riguarda - conclude - credo che la pillola abortiva vada usata entro i termini della 194 e non possa diventare una scorciatoia per aggirare limiti imposti dalla legge». Parole in cui ogni virgola pesa. Francesco Rutelli, per esempio, dice: «Tocca ai medici e non ai politici decidere tempi e modalità di sperimentazione». La segreteria dei Ds invita con Vannino Chiti «a riflettere sugli effetti e luso della pillola», e lUdeur stila una nota piccata per rispondere allappello: «Vogliamo riflettere, comprendere, approfondire.
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