da Roma
La novità sta un po in quella fotografia che dalla riunione dellInternazionale democristiana rimbalza sui tg, con Berlusconi e Casini seduti spalla a spalla come negli ultimi sei mesi era successo solo per la parata del 2 giugno (pur sempre unoccasione istituzionale). Ma a dare limpressione che qualcosa si stia muovendo davvero è anche la risposta che il leader dellUdc consegna ai cronisti che gli chiedono se il governo istituzionale possa essere una via duscita allimpasse di questi giorni. «Noi siamo pronti a tutto, a ogni evenienza», dice Casini senza alcun accenno a eventuali esecutivi di transizione. Anche se, aggiunge, «abbiamo sempre detto e siamo anche oggi convinti che sia necessario fare la riforma elettorale secondo il modello tedesco». Però, «è evidente che siamo allaccanimento terapeutico» e che questa situazione «fa male al Paese», anche se «non è detto che si continui così».
Sarà una sfumatura, ma è la prima volta da tempo che il leader dellUdc non mette con decisione i paletti a unipotesi di voto anticipato, segno che anche lui guarda con circospezione ai movimenti che nelle ultime settimane stanno mettendo in subbuglio il Senato. Movimenti che vanno da Dini ai due dissidenti dellUlivo Bordon e Manzione fino ad arrivare allUdeur di Mastella. Anche lui piuttosto guardingo, se dopo che la mozione del centrodestra non è passata solo grazie alla defezione dei tre senatori della Destra di Storace ha chiesto un chiarimento e lasciato laula. Una scelta che il segretario dellUdc Cesa spiega magistralmente mentre lascia la riunione delInternazionale democristiana allExcelsior di via Veneto: «Vale lelemento psicologico. Se va via Dini, io che faccio?».
Insomma, i rapporti tra Casini e il Cavaliere sembra che vadano rinsaldandosi. Anche se ieri mattina, dopo essere stato riconfermato allunanimità presidente dellInternazionale, il leader dellUdc sottolineava come fosse da tempo che lui e Berlusconi non si incontravano: «Sono sei mesi che non lo vedo, ma lo attendo con simpatia. Lui è uno dei leader del Ppe e mi fa piacere che sia qui. Abbiamo idee diverse su tanti argomenti di politica interna ma anche tante idee in comune sulla politica estera». Su Prodi - ma questa non è una novità - i due sembrano però convergere decisamente. «Sarebbe bene - spiega infatti Casini - che non continuasse a far finta di avere una maggioranza e che prendesse atto della realtà.
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