Casini è pronto a votare il legittimo impedimento: «Basta ipocrisie»

RomaTerzismo, ma non cerchiobottismo. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini «apre» a Silvio Berlusconi, e auspica che come effetto dell’aggressione subita dal premier a Milano, dalla sua «sofferenza fisica», si inauguri una «fase di sincera collaborazione nazionale». Ossia, «Ex malo, bonum», sintetizza Casini attingendo al latino.
L’ex alleato tende insomma una mano al Cavaliere, e forse alza pure il prezzo in vista delle prossime elezioni regionali, nelle quali il leader centrista ambisce a essere l’ago della bilancia, e promette comunque alleanze variabili tenendo aperta la porta a destra e a sinistra, annunciando in alternativa una corsa alle urne in solitaria.
Di certo, in un’intervista concessa al settimanale Panorama in edicola oggi, Casini non soltanto si dice pronto a uno sforzo di collaborazione per avviare le riforme, ma si mostra più che disponibile (nonostante il rischio di «sporcarsi le mani») a mettersi al lavoro per l’approvazione di una legge sul «legittimo impedimento». Una legge che l’Udc appoggerebbe «senza ipocrisie», anche «sapendo che è a suo favore», spiega Casini, ma con la consapevolezza che «non massacra il sistema giudiziario come il processo breve».
La proposta dunque è sul piatto. Ed è accompagnata da commenti di segno diverso sul curriculum politico del premier: «Dopo 15 anni di potere, Berlusconi è un rivoluzionario che non ha ancora fatto la rivoluzione», spiega il numero uno dell’Udc, che insiste: «Dov’è la modernizzazione dell’Italia? Berlusconi vuole o non vuole concludere la sua carriera politica con un riconoscimento politico generale, lasciando un’impronta forte nell’assetto del Paese?».
Ed ecco dunque la proposta firmata Udc per concedere al premier di lasciare questa «impronta»: un «doppio binario» per coniugare opposizione all’esecutivo da parte dell’Udc al lavoro comune con la maggioranza per produrre le riforme. «Berlusconi governi - conclude Casini - e noi lo contesteremo in Parlamento quando non saremo d’accordo. Ma, parallelamente, costruiamo un altro binario per fare le riforme». A cominciare, suggerisce l’ex presidente della Camera, da quella della legge elettorale. Casini è un fan del sistema tedesco, che «resta il migliore», chiosa. Ma «si può valutare anche il sistema francese a doppio turno», concede.

E in attesa di chiarire come si posizionerà l’Udc, da Benevento Casini motiva l’attuale «equidistanza» da Pdl e Pd: «Il bipolarismo non lo rompiamo noi, si è già rotto perché da un lato abbiamo la Lega e dall’altro Di Pietro, che dettano le regole del gioco».

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