Se il mercato dellauto nel suo complesso si gode i risultati di marzo (+0,24% di immatricolazioni) dopo oltre un anno di cali ininterrotti, quello delle flotte aziendali sembra avere qualche motivo in meno per sorridere. Lo dicono i numeri, che per il primo trimestre di quest'anno parlano di quasi 50mila vetture in meno acquistate dalle imprese o dalle società di noleggio. «Il mercato dei privati sta senza dubbio dando segnali di risveglio, soprattutto grazie agli incentivi statali, invece quello delle company car continua a soffrire - conferma Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor -: il motivo, incentivi a parte, va ricercato negli indicatori di fiducia, che per i consumatori sono rimasti pressoché stabili confermando una buona propensione alla spesa, mentre per le aziende hanno registrato un vero tracollo. Le imprese, insomma, sono preoccupate dal quadro economico generale e quindi poco propense agli investimenti, compreso lacquisto delle automobili». Non è un caso, quindi, se nei parchi auto i trend che oggi vanno per la maggiore sembrano essere due: in caso di acquisto, si punta sul cosiddetto downsizing, vale a dire la scelta di modelli di dimensioni e cilindrate inferiori; se invece lazienda ha in essere contratti di noleggio, cerca di prolungarne la durata oltre i 36 mesi canonici. Unopzione, questultima, che in fondo non dispiace agli stessi noleggiatori. «Quando scade un contratto - spiega Quagliano - le società di locazione veicoli devono non solo ritirare lusato, che attualmente è assai difficile da rivendere, ma anche rinnovarlo acquistando una nuova auto. Cosa che oggi non è proprio indolore, visti i diffusi problemi finanziari e di credito».
A dispetto di una situazione oggettivamente difficile e delle troppe cassandre che volteggiano sul mercato, però, i motivi di ottimismo non mancano. A cominciare da alcuni segnali di ripresa registrati su entrambe le sponde dellAtlantico, che potrebbero far pensare che la fase più acuta della crisi sia ormai alle spalle. «Più nel dettaglio - aggiunge Quagliano - non va trascurato limpatto positivo che potrebbe avere il provvedimento chiesto dallAnfia: una Tremonti ter che preveda la detassazione degli utili reinvestiti nellacquisto di beni strumentali». E buone notizie potrebbero arrivare anche dal fronte del noleggio che, secondo il direttore del Centro Studi Promotor, è ben lungi dallaver esaurito la spinta propulsiva che ne ha contrassegnato le performance nellultimo decennio.
In caso di acquisto prevale ora il «downsizing»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.