Il caso Battisti Il bel mondo di Carla che fa il girotondo per gli assassini

Nella vicenda relativa allo squallido caso Battisti, squallido per il soggetto in sé e per l’escamotage con cui si cerca di nobilitarlo (un perseguitato per le sue idee, ma dai...), emerge il velleitarismo di un demi-monde che della vita ignora tutto, perso com’è nell’inseguire il proprio narcisismo. Non ci sorprende, però, che dietro la mancata estradizione di un assassino cialtrone ci sia un pressing, come dire, matrimonial-istituzionale transalpino, ovvero la manina della prima signora di Francia, quella Carla Bruni a cui il cambio di nazionalità non ha intellettualmente giovato.
Per spiegare come Oltralpe si stia correndo a briglia sciolta verso il ridicolo, basterà un aneddoto. Ha raccontato il regista inglese dello special televisivo sulla Bruni trasmesso in Francia a Capodanno che, mentre stavano sistemando le luci per le riprese nel salotto di lei al Bois de Boulogne, è entrato lui, ovvero il presidente della Repubblica. «Hi, I’m Nick, nice to meet you», ha salutato. Poi si è chinato per baciare sul collo la dolce mogliettina. «Puzzi di sigaretta» ha replicato lei, non si sa se in francese, in italiano, o in inglese, poi ha imbracciato la chitarra e ha interpretato L’amoureuse, con il suo solito broncio e la sua vocina da gattina. Il consorte è rimasto ad ascoltare appoggiato alla porta-finestra della sala, mani in tasca, sorriso a 58 denti... Dopo mezz’ora, infine, ha tolto il disturbo: «Ho un appuntamento con Barack Obama» ha fatto sapere.
Raramente in un breve scambio è condensata una così perfetta immagine di imbecillità domestica, fatta di giovanilismo fuori luogo e fuori tempo, punzecchiature da innamorati, piccoli deliri da prime donne, maschili e femminili, va da sé. L’idea che i francesi si ritrovino Carla Bruni come presidentessa ci ripaga in fondo della loro spocchia. Da noi il suo target sarebbe potuto essere Flavio Briatore, ci vogliamo rovinare, Oliviero Toscani... Da loro è l’Eliseo. Si sentono l’ombelico del mondo e sono costretti tutti i giorni a sorbirsi uno con i Ray-Ban da motociclista della Polstrada e i tacchi da tappetto che arranca a fianco di una fasciata nei fuseaux, le sneakers ai piedi, la rucola anche nelle orecchie...
Erano abituati ai rossori della signora de Gaulle, al mandrillismo elegante di François Mitterrand e sono costretti a sopportare il rampantismo fanatico e volgare del primo cittadino, il rampantismo nudo e fintamente intellettuale della sua consorte. Maestri di stile, sono lì ogni due per tre a fare i conti con aerei privati, motoscafi, gite a Eurodisney, gite alle Piramidi, gite sui dromedari, cene da Fouquet’s, dichiarazioni estemporanee di suocere, cognate, generi... Un’apoteosi.
E che dire poi degli intellos, quella fauna variopinta e mal vestita che «piscia» - ci si perdoni l’espressione - un saggio o un romanzo ogni sei mesi, pontifica su tutto e non sa niente, si innamora di ogni idea che sia vendibile e alla moda? Ritrovarsi sorpassati a sinistra dal campione della destra economica, è già imbarazzante. Sapere che il tutto è dovuto al birignao e al ronron della sua sposina è ancora più farsesco. E del resto il loro mondo è quello lì, l’ex terrorista, il finto scrittore, il vero assassino, l’ex modella, la finta cantante, il gauchiste convertito al liberismo, il liberista con il complesso di inferiorità, il caviale come companatico, il pubblicitario come paraninfo, la ministressa con il fratello mariuolo...

In tutta la vicenda Battisti non c’è purtroppo un briciolo di umanità, di reale sofferenza, di difesa anche sbagliata dei diritti di una persona. C’è, più semplicemente, un mezzocalzettismo ideologico-politico, catafratto e autoreferenziale. Ah, la France...

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