Il caso Chi c’è dietro ai roghi degli autodemolitori?

L’INTERVENTO Di Palma, subcommissario regionale: «Tre strutture in fiamme in 10 giorni, non è un caso»

Del resto senza addentrarsi troppo in giudizi tecnici, sono gli stessi vigili del fuoco a esternare più di una perplessità. I pompieri non hanno materialmente trovato taniche o inneschi, né tantomeno testimoni che hanno visto qualcuno appiccare il fuoco, ma anche per loro resta una strana coincidenza il fatto che in soli dieci giorni tre autodemolitori abbiano tutti subito incendi di così vaste dimensioni. L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto l’altra sera in via del Forte di Pietralata. I vigili del fuoco con sei mezzi hanno impiegato circa due ore per domare l’incendio. Il bilancio è complessivamente di 20 carcasse di auto distrutte, 100 pneumatici bruciati e un magazzino di 10 metri per 3 parzialmente danneggiato. Gli altri roghi erano avvenuti il primo e il 13 luglio in via dell’Almone, nella zona dei Colli Albani, in prossimità del parco della Caffarella (mille auto distrutte e una colonna di fumo nero visibile da quasi tutta la città) e il secondo il 21 luglio, a Vermicino, dove i vigili del fuoco, intervenuti con quattro squadre, avevano impiegato circa 90 minuti per domare le fiamme.


Preoccupazione ha anche espresso Legambiente sia per l’aspetto ambientale («Quali e quante sostanze inquinanti sono finite nell’aria?») e sociale («C’è il rischio della presenza della mano criminale dietro a questi roghi»).

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