Dopo il caso De Albertis si prepara la grande fuga

I ribelli: "Basta ambiguità, siamo solo all’inizio". An in San Babila non commenta, "buona fortuna a chi se ne va" è il leit motiv del partito

Occupare San Babila non frena la fuga da An. Quelli del partito di Francesco Storace si fregano le mani. «Stamani ne abbiamo incontrati altri quattro». Chi? Silenzio d’obbligo, «le trattative sono in corso». Già, meglio non far nomi e cognomi degli esponenti di An pronti al trasloco. Non è questione di privacy, naturalmente.Èper non perdere l’effetto-sorpresa, come lo choc dell’uscita di Carla De Albertis. «Siamo solo all’inizio.

C’è un personale politico che è stufo delle ambiguità che da tempo si manifestano dentro An» chiosa Luciano Buonocore, ex dirigente missino. «Noi, siamo con Silvio Berlusconi, senza se e senza ma» continua Buonocore sventolando quel volantino diffuso in San Babila da Azione Giovani, «Silvio, por que no te callas?». Commento, «inaccettabile». Aggettivo che replica anche un probabile, «e non impossibile», transfuga da An al movimento di Storace: «Come si fa a restare in un partito che invita Silvio Berlusconi a stare in silenzio? Senza di lui, io e loro, stavamo ancora nel ghetto di via Ludovico Mancini a contare tessere e, purtroppo, morti».
Fuga da An, dunque. Ma per verità di cronaca va rimarcato che i fuggiaschi pretendono anche poltrone. «Ad esempio, la De Albertis reclamava un seggio al Parlamento per non lasciare An» commenta un colonnello di Gianfranco Fini. La risposta, evidentemente, non è stata positiva e, ieri, Storace via-Ansa parla di «ricattatori» che «avranno risposte adeguate» dopo la «cacciata dell’ex assessore» che «non ci lascia indifferenti»: «Riunirò i dirigenti nazionali del partito romano e discuteremo di provinciali. Se i metodi sono questi, non ci interessano certe alleanze».

An in San Babila non commenta, «buona fortuna a chi se ne va» è il leit motiv del partito che raduna poco più di quattrocento persone sotto la pioggia.
Refrain che, dicono, potrebbe essere replicato anche per Stefano Di Martino, vicepresidente del consiglio. Di Martino sarebbe pronto a fare le valigie. Il suo legame con An si sarebbe ormai deteriorato e poi c’è un dettaglio sgradito ai garantisti di An: Stefano Di Martino è indagato dal pm Grazia Pradella per abuso d’ufficio, avrebbe cioè approfittato del suo ruolo istituzionale per fare arrivare un finanziamento del comune all’associazione Alkeos presieduta da Emanuela Troisi.
Pronto a traslocare con Storace sarebbe pure Gianfranco De Nicola, capogruppo in Provincia: con lui, primo dei non eletti a Palazzo Marino, i vertici di An hanno da sempre rapporti difficili e, quindi, è impossibile un suo ingresso al Comune. Unica soluzione, per lui, in vista della tornata elettorale sarebbe dunque quella di cambiare casacca.

Che sarebbe infine possibile anche per un ex assessore regionale, Carlo Borsani, messo all’angolo dal nucleo dirigente di An. Fuggiaschi già imitati a Monza dal consigliere comunale Edda Ceraso e in quel di Parabiago da tutta la sezione di An.
gianandrea.zagato@ilgiornale.it

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