Roma

Il caso De Lillo mette in crisi la giunta Marrazzo

Marcello Viaggio

La prima vera crisi della giunta Marrazzo è dietro l’angolo? O tutto finirà, come sostiene Colagrossi, capogruppo Idv, con le dimissioni dell’ufficio di presidenza? L’elezione del consigliere regionale Stefano De Lillo a segretario dell’Ufficio di Presidenza alla Pisana ha innescato una crisi a catena dalle conseguenze imprevedibili. È stato come accendere la luce in una stanza piena di gas. Il botto ha scosso il Palazzo. Sta a Marrazzo ora raccogliere la polvere e rimettere ordine fra i cocci. La crisi si risolverà con l’escamotage di tornare al voto in aula e rieleggere l’ufficio di presidenza? Forse sì, forse no. Il vicecapogruppo di Forza Italia, Gianni Sammarco non usa mezzi termini: «Il presidente Marrazzo è il primo e vero responsabile della scandalosa vicenda che ha condotto all’elezione di Stefano De Lillo. Soltanto l’inadeguatezza del governatore ormai ostaggio della sua maggioranza, hanno reso possibile un voto così anomalo, che stravolge le regole alla base di una prassi consolidata che da sempre presiede la vita e il funzionamento dell’assemblea elettiva regionale. Mai prima d’ora, dalla nascita dell’istituto regionale, nel 1970, era accaduto che una nomina istituzionale spettante alla minoranza fosse scippata dal voto della maggioranza». «Marrazzo - ha continuato Sammarco - prendendo a pretesto l’autocandidatura di De Lillo - ha voluto innescare un regolamento dei conti nella maggioranza. Forza Italia non è disposta a pagare le conseguenze di queste lotte fratricide all’interno della sinistra».
Stefano De Lillo, dopo avere incassato 32 voti ed essere stato eletto all’ufficio di presidenza, mette intanto le carte in tavola: «Nel centrodestra c’è chi dice che non è stata rispettata l’indicazione della minoranza. C’è chi chiede addirittura di tornare al voto. La mia elezione, però, è pienamente legittima. A votarmi sono stati consiglieri sia di maggioranza che di opposizione. Si tolgano dalla testa di rivotare. Diversamente mi rivolgerei senza esitare al Tar per far valere i miei diritti». Nelle ultime ore la crisi, però, sta uscendo decisamente dall’ambito di Forza Italia. Per scuotere tutto il castello di carte su cui si regge lo stesso governatore Marrazzo. I fatti parlano chiaro. Subito dopo il voto a De Lillo, la maggioranza ha sospeso i lavori alla Pisana ed è rimasta in riunione fino a oltre mezzanotte. In discussione la testa del presidente del consiglio Massimo Pineschi e l’azzeramento dell’Ufficio di presidenza. Su richiesta, sembra, dello stesso Marrazzo. Ma c’è chi ha preso la palla al balzo e puntato il dito sulla giunta. La contesa, senza esclusione di colpi è fra i partiti dell’Ulivo e gli altri. Quelli rimasti finora con le briciole. «D’altra parte, se si ridiscute il ruolo di Pineschi, Milana e Lucherini - avverte una gola profonda - è logico che si rimettano sul piatto anche gli assessorati». Italia dei Valori, per fare un esempio, chiede da tempo di entrare in giunta. La Margherita vorrebbe mettere lo stesso Milana al posto di Pineschi. Che, anche se esponente di punta della lista Civica di Marrazzo, verrebbe abbandonato al suo destino dal presidente della Regione. Pineschi avrebbe rassegnato le dimissioni a settembre. Ora si farebbe da parte due mesi prima. Anche l’Udeur starebbe facendo la voce grossa. Per cambiare il suo assessorato, quello agli Affari istituzionali e sicurezza, con uno più importante. E forse per cambiare lo stesso assessore, Brachetti.

All’Udeur ieri è approdato Bafundi, in fuga dall’Udc. Solo un caso?

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