Stefania Scarpa
Prima condanna a Roma per la vicenda delle firme false per le elezioni regionali del Lazio dellaprile 2005. Nunzio Brigandì, coordinatore tra laltro della raccolta firme per Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, ha patteggiato con il Gup Galileo DAgostino un anno e sei mesi di reclusione. Contro di lui era stata ammessa la costituzione di parte civile di diverse persone il cui nome era stata falsamente inserito negli elenchi. Tra questi anche lattrice Ornella Muti, che si chiama in realtà Maria Romana Rivelli.
Tra lamaro e larrabbiato il commento del ministro della Salute Francesco Storace, che alle elezioni si presentò da governatore in carica ma fu sconfitto. «Dunque, alle Regionali del Lazio cera una lista con firme false. Lo ha finalmente sentenziato la magistratura. Ho subito insulti e una sconfitta elettorale. Qualcuno dovrà, prima o poi, chiedermi scusa?». Laltro ministro di An Gianni Alemanno, candidato sindaco di Roma, chiede anche lui le scuse per Storace, anche se, ci tiene a dire, «non vogliamo mettere in discussione il risultato elettorale alla regione Lazio». «Ma è evidente - prosegue però Alemanno - che il centrodestra e il ministro Storace in particolare siano stati oggetto di una campagna denigratoria basata su presupposti completamente falsi. Sarebbe bello se il presidente Marrazzo avesse lonestà di riconoscere tutto questo e di compiere un gesto anche solo simbolico di riparazione nei confronti di Francesco Storace».
«Il risultato delle elezioni regionali per il Lazio dellanno scorso - afferma Carmelo Briguglio, vicepresidente dei deputati di An - subisce oggi (ieri, ndr) un vulnus del quale non si può non tenere conto sul piano politico. I fatti e la giustizia, anche se con ritardo, dimostrano che Storace è stato in quelloccasione doppiamente diffamato: una volta per lignobile falso del padre picchiatore fascista e una seconda volta perché le firme false erano veramente false. Inutile attendersi - conclude Briguglio - le dovute scuse in una stagione avvelenata dalle barbarie politiche». Più soft ma sulla stessa linea il presidente della federazione romana di An, Vincenzo Piso: «Il tempo è galantuomo. Oggi (ieri, ndr) abbiamo la conferma inoppugnabile che quanto affermato a suo tempo dal ministro Storace, sulle firme raccolte da Alternativa sociale per le elezioni regionali nel Lazio del 2005, era tutto assolutamente vero». «Ricordiamo bene - prosegue Piso - come, in quelle circostanze, la sinistra paventò addirittura lipotesi che Francesco Storace, con le sue dichiarazioni, stesse minando il regolare svolgimento delle elezioni, imbastendo una fortissima campagna di vera e propria mistificazione mass-mediale il cui unico scopo era quello di rappresentare, nella classica inversione dei ruoli, il danneggiato come danneggiante e viceversa.
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