Non prepara la cena al padre marocchino ma, soprattutto, da qualche tempo frequenta un uomo sposato. Così la sera di Natale, il genitore - tornato a casa ubriaco fradicio - la pesta a calci e pugni e poi la trapassa con quattro coltellate. Ora lei, operaia 32enne, si trova in prognosi riservata e lui Mostafa Amani, operaio di 54 anni, vedovo, in Italia dal 1990 e stanziato a Agnadello dal 2002, prima di finire in manette cerca di capire se ce l'ha fatta nella propria impresa domandando ai carabinieri: «Sono riuscito a ucciderla?». Violentissimi i fendenti sferrati nella loro abitazione di vicolo Lazzaretto appena dopo le 19.30: due all'addome ai quali lei non ha nemmeno il tempo di opporre resistenza, non risultano infatti le classiche ferite da difesa, una al petto e l'ultima, mentre lei si allontana per cercare di fuggire, alla schiena. Una furia cieca che si placa solo quando l'uomo si rende conto che, nelle percosse, anche lui ha rimediato una ferita alla mano dalla quale esce sangue che va fermato. È grazie a questo che la giovane riesce a salvarsi. Non più braccata, barcollando, stordita e dolorante ha appena il tempo di uscire dalla palazzina per svenire sul marciapiede. Immediata l'allerta dei vicini a carabinieri e 118. I militari arrivano per primi sul posto e attendono l'arrivo dell'ambulanza. Velocissima, poi, la corsa in ospedale a Treviglio per cercare di salvare la giovane: qui la trentaduenne verrà sottoposta a una delicata operazione chirurgica e rimane in prognosi riservata.
Intanto scatta la caccia all'uomo. Il padre viene rintracciato nel parcheggio del pronto soccorso dell'ospedale di Crema dal quale sta tentando di scappare dopo essersi fatto medicare la mano ferita. Viene arrestato per tentato omicidio aggravato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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