Il sindaco Letizia Moratti, tempo fa, laveva descritta così. «Una nuova cittadella della giustizia che riunisce tribunale, carcere e uffici per rispondere sempre meglio alle esigenze dei cittadini e per migliorare la qualità della vita di operatori e detenuti». Un progetto faraonico, un milione e 200mila metri quadrati nell'area di Porto di Mare, nel sud est della città, accanto al quartiere di Santa Giulia, con tanto di parco, zone pedonali e servizi per 655mila metri quadri . Lassessore comunale allUrbanistica, carlo MAsseroli, si era spinto anche oltre. «Vogliamo che lopera si realizzi in tempi brevi e sia una struttura moderna, funzionale ma anche una bella opera in una zona periferica dove è in corso un grande progetto di riqualificazione». Un anno dopo, arrivano le parole di Livia Pomodoro, presidente del Tribunale. «Non abbiamo più avuto notizie e tenuto conto che il 2015 è dietro langolo, penso che non ci saranno possibilità di perseguire il progetto». E sulla stessa linea anche Anche il presidente dellordine degli avvocati di Milano, Paolo Giuggioli. «Sono convinto che non saremo in grado di fare questa operazione». Punto e chiuso.
Sembra naufraga così - e in modo definitivo - lidea di realizzare un polo della giustizia. Unidea, tra laltro, che non era stata accolta con grande entusiamo dal mondo dellavvocatura milanese. Gli studi legali, infatti, gravitano tutti intorno a corso di Porta Vittoria. Ossia, nei pressi del tribunale. E in caso di trasloco, ogni udienza si sarebbe tradotta in una grande traversata della città. I segnali di un progetto ormai archiviato, tra laltro, cerano già da tempo. Su tutti, ledificio che sta rapidamente sorgendo alle spalle del palazzo di Giustizia, e che dovrebbe accogliere parte degli uffici del tribunale e della pg. La Pomodoro sembra abbastanza definitiva. «Non ci sono le possibilità di seguire il progetto che era stato assegnato», ha detto. Il motivo è tanto banale quanto insormontabile. «Mancano i soldi».
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