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Caso Mesiano, Csm si schiera: "Toghe intimidite" Mancino: clima invivibile. Pdl: non è imparziale

Il plenum del Csm fa quadrato e approva la risoluzione sugli attacchi a Mesiano. Poi lo difende: "C'è oggettiva preoccupazione". Ma i laici del Pdl votano contro: "Alzano una cortina di fumo". Mancino favorevole: "Nel Paese c'è un clima invivibile". Ma Gasparri: "Mettano lo stesso zelo sui fatti del '92"

Caso Mesiano, Csm si schiera: "Toghe intimidite" 
Mancino: clima invivibile.  Pdl: non è imparziale

Roma - Il plenum del Csm ha approvato a larghissima maggioranza, con il voto contrario dei laici del Pdl, la risoluzione sugli attacchi al giudice del Tribunale di Milano, Raimondo Mesiano. "Il potere più è forte e più può intimidire", ha spiegato il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, annunciando il proprio voto a favore della pratica a tutela nei confronti del giudice Raimondo Mesiano. Mancino si è detto, infatti, "preoccupato per il clima invivibile che si sta instaurando nel paese e che lo rende insensibile rispetto ai valori". "L’uso del consenso nei confronti di altri poteri - ha avvertito ancora Mancino - è deviato e porta ubriacature". Ma è polemica tra il laico del Pdl Gianfranco Anedda e il vicepresidente Nicola Mancino.

I laici del Pdl votano contro Il plenum del Csm ha approvato a larga maggioranza la pratica. Iniziativa sulla quale hanno espresso voto contrario i consiglieri laici del Pdl, Gianfranco Anedda e Michele Saponara. I consiglieri togati hanno, invece, votato compatti per il sì, con l’appoggio dei laici del centrosinistra. Voto favorevole anche da parte del laico dell’Udc Ugo Bergamo, peraltro relatore della pratica. Sia nel documento che nel dibattito, i consiglieri di Palazzo dei Marescialli hanno sottolineato a più riprese che "autorevoli esponenti del mondo politico hanno attaccato il giudice Mesiano". Insoddisfatto per non aver ottenuto un congruo rinvio alla discussione sul documento sul giudice di Milano Raimondo Mesiano, Anedda ha accusato Mancino di "un lento decadimento della sua imparzialità". "La mia imparzialità non è in discussione - ha replicato il vicepresidente - sono uno dei pochi che non ha tessera, né iscrizioni a Partiti e non ho né capigruppo né segretari di Partito". Immediata la replica di Francesco Casoli, vicecapogruppo del Pdl a Palazzo Madama: "Tutto questo agitarsi di Mancino sul caso del giudice Mesiano è molto strano. Non è che il vicepresidente del Csm ha interesse a spostare l’ attenzione su questioni meno importanti per alzare una cortina fumogena su fatti più gravi del passato che lo riguardano e che in questi giorni stanno tornando prepotentemente alla luce?".

Il discorso di Mancino "Ho informato il presidente Napolitano della scelta di trattare con procedura d’urgenza la pratica a tutela del giudice Raimondo Mesiano", aveva spiegato in mattinata Mancino aprendo i lavori del plenum. "Il presidente - aveva aggiunto - si è mostrato consapevole delle inquietanti connotazioni della vicenda e del fatto che in base ad esse la pratica a tutela è stata aperta". Pratica che andrà "ovviamente trattata dal plenum - ha sottolineato ancora il vicepresidente - valutando la sussistenza dei presupposti richiesti dal regolamento interno". Mancino si era, poi, soffermato sul "clima che deve ispirare i rapporti tra politica e giustizia". Mancino aveva ricordato in particolare le parole pronunciate da Napolitano nella seduta del 14 febbraio dell’anno scorso, quando il capo dello Stato sostenne che "occorre prestare la massima cura e non superare il senso del limite e della responsabilità per ricreare un giusto clima di rispetto, riservatezza e decoro intorno al processo".

Alfano: "Con le scuse di Brachino il caso è chiuso" "Ritengo chiuso il caso Mesiano con le scuse del giornalista Claudio Brachino". Lo ha detto il ministro della giustizia , Angelino Alfano, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento sulle preoccupazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riferite dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino. "Se il diritto alla privacy riguarda un cittadino o anche il presidente del Consiglio invece non si indigna nessuno", ha sottolineato il ministro, dicendo di ritenere invece "platealmente aperto" un altro caso. "Piuttosto sono profondamente turbato dalla pubblicazione di oggi sul Giornale del fatto che esistono parecchi forum su facebook, quindi in rete su Internet, che inneggiano all’odio contro Silvio Berlusconi".

Il Csm C'é stata "un'obiettiva incisiva delegittimazione della funzione giudiziaria nel suo complesso e dei singoli magistrati" e nella vicenda del giudice del Tribunale di Milano, ci sono state condotte che "possono produrre oggettivamente una forma di condizionamento per ciascun magistrato" nell'esercizio delle sue funzioni e, in particolare, quando "si tratti di decidere controversie nelle quali siano parti soggetti di rilevanza istituzionale ed economica". Lo scrive la Prima Commissione del Csm nella risoluzione che dovrà essere esaminata dal plenum. Nel documento della Commissione si riportano le parole pronunciate dal premier in una trasmissione televisiva, quando disse di ritenere che il giudice Mesiano "di estrema sinistra" era stato "fortemente influenzato esternamente" e nella sua sentenza c'erano "le impronte digitali della Cir". Si ricorda anche la considerazione successiva di Berlusconi che presto sul magistrato milanese ne sarebbero venute fuori "delle belle". La commissione mette in relazione temporale quest'ultima dichiarazione con "l'illecita intrusione nella sfera privata del magistrato", con cui allude al video mandato in onda su Canale 5. "Non è ammissibile una delegittimazione di un'istituzione nei confronti dell'altra"; ed "é indispensabile che non si ripetano episodi di denigrazione e di condizionamento della magistratura e di singoli magistrati, del tutto inaccettabili, perché fortemente lesivi della stessa funzione giudiziaria". Per questo i consiglieri rivolgono "un pressante appello a tutte le istituzioni perché sia ristabilito il rispetto dei singoli magistrati e dell'intera magistratura e quindi la fiducia dei cittadini, che è condizione imprescindibile di un'ordinata vita democratica".

Gasparri all'attacco "E' encomiabile lo zelo con il quale il Csm apre pratiche a tutela di magistrati - ha commentato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri  - l'utilità di queste pratiche, poi, è ancora tutta da chiarire. Siamo certi che il Csm si sia anche occupato delle modalità con cui Mesiano é giunto alla sua sentenza".

E' plausibile che non si faccia una perizia per decidere su somme così ingenti? E' normale questo per il Csm? E' questa l'idea che si ha della giustizia nel nostro paese? - si è chiesto Gasparri - sicuramente Mancino se ne sarà occupato, così come siamo certi ci aiuterà, con Violante ed altri, a capire le inquietanti vicende del 1992, quando non c'era l'attuale centrodestra al governo, ma erano altri a presidiare le principali istituzioni della Repubblica".

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