Caso Mills, ora De Pasquale vuol truccare la prescrizione pur di far condannare il Cav

La toga del caso Mills fa ricorso contro la norma che accorcia i tempi di scadenza per gli imputati incensurati. Esiste da 7 anni, ma De Pasquale se n’è accorto adesso

Caso Mills, ora De Pasquale  vuol truccare la prescrizione  pur di far condannare il Cav

Milano - Sono passati sette anni da quando il Parlamento approvò la legge passata alle cronache come «ex Cirelli», che accorciava i tempi di prescrizione per gli imputati incensurati. Per sette anni quella legge è stata applicata dai giudici di tutta Italia. Ma ieri il pubblico ministero milanese Fabio De Pasquale (nella foto) si accorge che la norma è illegittima, perché contrasta con le raccomandazioni dell’Unione europea. La Corte Costituzionale, sostiene De Pasquale, deve abrogare la «ex Cirielli», tornando ad allungare i tempi di prescrizione.
Come mai il baffuto pm milanese se ne accorge solo ora? È appena il caso di rilevare che proprio grazie alla prescrizione breve, tra una ventina di giorni, Silvio Berlusconi potrebbe venire prosciolto nel processo per l’affare Mills, dove a rappresentare l’accusa è il medesimo Fabio De Pasquale. Ieri il pm sceglie, per attaccare la «ex Cirielli», tutt’altro processo, che vede imputati sei ex manager di Snam Progetti che avrebbero distribuito un po’ di tangenti in Nigeria. Berlusconi qui non c’entra. Ma la mossa di De Pasquale ne preannuncia un’altra: se nei prossimi giorni i giudici che stanno processando il Cavaliere per l’affare Mills riuscissero in qualche modo ad entrare in camera di consiglio per emettere la sentenza, anche lì De Pasquale solleverà eccezione. È questa l’arma finale che la Procura milanese ha in serbo per non vedere il processo al premier inghiottito dalla prescrizione.
Non è una strada facile, quella imboccata ieri da De Pasquale. Tanto che il primo ieri a ribattergli in aula, «la sua tesi è interessante ma ha un tallone d’Achille», è un avvocato non sospettabile di simpatie berlusconiane, Carlo Federico Grosso, legale del gruppo Repubblica-Espresso. Quale sia questo tallone, Grosso e gli altri legali lo spiegheranno alla prossima udienza. C’è, per esempio, da fare i conti col principio che se più norme penali si avvicendano nel tempo, l’imputato ha diritto di godere della più favorevole: e quindi la prescrizione comunque non si potrebbe riallungare per i processi già in corso. C’è, altra singolarità segnalata in aula, il fatto che la «raccomandazione» dell’Unione Europea che farebbe a pugni con la Cirielli sia stata presa dopo una visita in Italia in cui come fonte delle loro informazioni i giuristi di Strasburgo hanno avuto proprio lui, il pm De Pasquale. E altro.
Ma questi sono dettagli tecnico-giuridici. Quello che conta è che ieri il pm milanese si produce in un attacco ad alzo zero contro la legge applicata per sette anni dai giudici di tutta Italia: una norma che De Pasquale accusa di avere creato «un diritto retrospettivo all’impunità», di avere trasformato in legge la «delay strategy» degli avvocati. «L’abuso del processo è diventato norma», tuona De Pasquale. Non fa mai il nome di Berlusconi. Ma è chiaro che sta parlando di lui.
Ed a rafforzare la certezza è lo stesso De Pasquale, in un soprassalto sorprendente e quasi encomiabile di sincerità. «Questo è il processo ideale per sollevare questo tema - spiega De Pasquale ai giudici del caso Eni - perché qui non c’è nessuna personalizzazione della pretesa punitiva. Gli imputati di questo processo, se li incontrassi fuori di qui, probabilmente non li riconoscerei neanche. Questo processo è stato fatto con il massimo distacco, come sempre dovrebbe essere, e come purtroppo non è». I cronisti trascrivono, increduli.

E quale sarà mai, invece, il processo dove ci sarebbe stata una «personalizzazione della pretesa punitiva»? In quale altro processo sarebbe «purtroppo» mancato il massimo distacco da parte della pubblica accusa nei confronti dell’imputato?
D’altronde l’iniziativa di De Pasquale arriva proprio nel giorno in cui il calendario del processo Berlusconi-Mills viene di nuovo modificato, sancendo di fatto la sua fine. L’interrogatorio dell’ultimo testimone viene spostato al 9 febbraio. Tre giorni dopo, secondo i calcoli del tribunale, il reato sarà prescritto. Ma De Pasquale non si arrenderà: e ieri ha fatto sapere come.

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