Non cè ancora un bel giallo dellestate e quindi nellattesa, cari lettori, con la gentile collaborazione degli inquirenti vi riproponiamo due evergreen: Ustica ed Emanuela Orlandi. Le cui inchieste, infatti, sono appena state riaperte.
Le notizie arrivano copiose soprattutto sul caso Orlandi il che - vista la ricorrenza: venticinque anni proprio laltro ieri - è un po sospetto, come se qualcuno si sentisse in obbligo di celebrare le nozze dargento con il mistero. Comunque. A far riaprire le indagini è una donna, ex moglie di un noto calciatore ed ex amante di un tale Enrico De Pedis detto Renatino, che era il boss della banda della Magliana e che nel frattempo guarda un po, è passato a miglior vita e quindi non può né confermare né smentire. La sua ex donna racconta di avere personalmente assistito al lancio del cadavere della povera Emanuela dentro una betoniera; e però non è tutto, «dietro» (cè sempre qualcosa «dietro», in Italia) cera il Vaticano, lei stessa aveva incontrato monsignor Marcinkus, allepoca presidente dello Ior, si erano anche scambiati valigette con un miliardo in banconote e cocaina. Con il suo Renatino, questa donna andò perfino una sera a cena a casa di Andreotti: poteva mancare Andreotti?
Insomma. La donna, per tanti motivi che qui vi risparmiamo, sembra del tutto inattendibile. Ma quel che conta non è la sua credibilità. Quel che conta è che in Italia cè sempre spazio per riaprire un caso: o perché il caso non è mai stato risolto, o perché vogliamo vedere il torbido anche dove non cè. Non sappiamo ancora nulla su piazza Fontana e sulle altre stragi; si discute se Mattei morì vittima di un incidente o di un attentato, e se ci furono brogli al referendum tra repubblica e monarchia. Non ci credereste, ma è tuttora aperto un processo sulla morte di Mussolini.
Siamo il Paese «degli assassini mai scoperti», canta Fabri Fibra con Gianna Nannini: «Ci sono cose che nessuno ti dirà, sei nato e morto qua, sei nato nel Paese delle mezze verità».
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