Toni pacati, piena solidarietà per lemergenza migratoria che lItalia sta vivendo e persino una promessa di aiuto nella delicata trattativa che si aprirà a breve tra Roma e Tunisi per il rimpatrio dei clandestini. «Demblée» - direbbero loro - quasi allimprovviso, la musica tra Roma e Parigi cambia. A riscriverla ci pensa il primo ministro francese François Fillon. Che cancella per un momento settimane di tensioni, di prove di forza diplomatiche. Parigi chiama Roma. Lo fa per bocca del premier in unintervista di ieri al «Corriere della Sera». E sembra aver inaugurato lera dellappeasement. Parigi è «totalmente solidale» con Roma sul tema dellimmigrazione provocata dalle rivoluzioni in Nord Africa. Di più: «LEuropa deve sostenere anche finanziariamente lItalia, che sopporta i costi dellassistenza provvisoria a queste persone». Poi addirittura una mea culpa a proposito del mancato coinvolgimento di Roma nella videoconferenza tra Obama, Sarkozy, Cameron e Merkel sulla crisi in Libia e della sensazione di esclusione dal tavolo della trattativa che ha colpito il Paese: «Se il popolo italiano prova questo sentimento, vuol dire che senzaltro avremmo dovuto spiegarci meglio». La mano è tesa. Resta lo scetticismo sulle reali intenzioni dOltralpe. Perché intanto Parigi continua a respingere alla frontiera gli immigrati che arrivano da Lampedusa a Ventimiglia e il cui obiettivo è mettere piede in Francia. E su questo punto Fillon nega: «Non abbiamo chiuso la frontiera di Ventimiglia» e ripete lo stesso ritornello da giorni: «Ci atteniamo agli accordi di Schengen. Non ci sono altre soluzioni che ricondurre gli immigrati clandestini nel Paese dorigine, attraverso il Paese dingresso nellUe», cioè lItalia.
Poi a proposito degli interessi economici francesi in Libia e della voglia di sostituirsi allItalia come potenza di riferimento, il capo del governo replica secco: «Sono fantasie». E dimprovviso si sente una stonatura nellultima sérénade francese. GaCeIl caso Parigi tende la mano a Roma. Ma non sui respingimenti
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