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Caso Penati, Pisapia traballa L’Idv contro «il pupillo» Maran

(...) non esito a definire vergognose, oltre che false e infondate, non vedo alternative - la dichiarazione di fuoco di Pisapia -. O Zamponi si scusa delle sue parole, o il consigliere Raffaele Grassi (unico consigliere dipietrista, ndr) si dissocia dalle dichiarazioni del suo compagno di partito: in caso contrario l’Idv si pone di fatto al di fuori della maggioranza del Comune di Milano». Il motivo di tale colpo basso? «La verità la scrive lui stesso - dichiara senza mezzi termini il numero uno di Palazzo Marino - è che il suo partito non ha ottenuto l’assessorato che chiedeva Zamponi». La questione è nota: la resa dei conti da parte dei dipietristi dopo l’esclusione dalla squadra di governo. Un tema che lo stesso Zamponi non nasconde, anzi: «Ci perdoni il tono ultimativo ma noi, dell’Italia dei valori su queste cose siamo particolarmente suscettibili». Alla faccia delle decisioni prese «in autonomia», ironizza Zamponi. Ma la ferita brucia troppo. Dopo l’esclusione dalla giunta, infatti, l’Idv, dopo essersi chiesta il perché, ha cambiato strategia diventando un «partito di lotta e di governo». Una spina nel fianco per il sindaco. Non è la prima volta, infatti, che i dipietristi con toni smaliziati, puntano il dito contro l’operato dell’avvocato di Rifondazione. Prima la polemica sulle tasse: «il vento non è cambiato, tassa i più poveri e assume come spin doctor il suo compagno di partito con uno stipendio che è più del doppio del suo».

Due giorni fa il nuovo attacco che chideva il licenziamento del presidente di Sea Bonomi, in quota Lega: «Caro Sindaco: trovi subito un bravo amministratore indipendente dai partiti (compreso il Suo, ovviamente)». Ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

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