Economia

Caso Pomigliano, Fiom: "La firma è impossibile" Cgil: "E' a rischio la Carta"

Il sindacato di Pomigliano d’Arco rompe con i vertici del Lingotto: "Così com'è non possiamo firmare l'accordo". Marcegaglia: "No inaccettabile". Cgil: "C'è il rischio che la proposta possa violare le leggi"

Caso Pomigliano, Fiom: 
"La firma è impossibile" 
Cgil: "E' a rischio la Carta"

Napoli - Per la Cgil "il lavoro e l’occupazione sono il primo punto di responsabilità" per un giudizio sul futuro di Pomigliano. La segreteria dell’organizzazione dice "sì alla difesa dell’occupazione e alla necessità di rendere pienamente produttivo il futuro investimento". La Cgil sottolinea tuttavia il rischio che "la proposta di accordo possa violare leggi e costituzione". Per la Cgil, comunque, "tocca alla categoria dei metalmeccanici promuovere la discussione, innanzitutto coinvolgendo gli iscritti". Intanto la Fiom ha lanciato una proposta alla Fiat per il futuro di Pomigliano: "Applichi il contratto nazionale che consente di lavorare con 18 turni di lavoro settimanale e 40 ore di straordinario in più". I metalmeccanici della Fiom Cgil sciopereranno il 25 giugno, giorno dello sciopero generale già indetto dalla Cgil, per 8 ore.

Ultimatum della Fiom "La Fiom-Cgil ritiene che non sia possibile che quel testo venga firmato", ha detto il segretario generale, Maurizio Landini, riferendosi all’accordo già siglato da altri sindacati su Pomigliano D’Arco. La Fiom ritiene impossibile firmarlo perchè "contiene profili di illegittimità". Su una convocazione del referendum, Landini dice che per la Fiom "è impossibile sottoporre al voto" accordi che violano i contratti e la Costituzione.

Cgil: "Si rischia la violazione della legge" "A Pomigliano, nel territorio e nella provincia non vi sono alternative alla vita di quello stabilimento e del suo indotto". Secondo la segreteria della Cgil, "è essenziale che si dia corso all’investimento annunciato dalla Fiat ridando certezza al territorio". La Cgil ricorda che "l’utilizzo degli impianti, la produttività e la flessibilità sono temi sempre negoziati, come dimostrano le proposte fatte dalla stessa categoria e gli accordi sottoscritti in tutti i settori e in tutte le aziende". Tuttavia nella proposta consegnata da Fiat vengono "introdotti temi che coinvolgono diritti individuali che non possono essere contrapposti al lavoro". E, se da un lato l’organizzazione guidata da Guglielmo Epifani condivide l’esigenza di affrontare "l’eventuale assenteismo", dall’altro si evidenzia che "le norme proposte dall’azienda aprono profili di illegittimità in materia di malattia e diritto di sciopero". Per questo la Cgil chiede alla Fiat di riflettere sul fatto che la proposta di accordo «possa violare leggi e Costituzione». Secondo il sindacato di Corso Italia, infatti, la clausola relativa al diritto di sciopero è "illegittima perchè pretende di trasformare in illecito, passibile di licenziamento, l’esercizio individuale di sciopero, sancito dalla Costituzione". Dunque, "ogni firma eventualmente apposta a questa clausola non è semplicemente invalida, è inefficace e inesistente". In ogni caso per la Cgil "tocca alla categoria dei metalmeccanici promuovere la discussione, innanzitutto coinvolgendo gli iscritti, ed individuare le corrette forme per il giudizio da parte dei lavoratori".

Sacconi ottimista "Sono ottimista, vedo un atteggiamento responsabile del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha risposto così, a margine di un convegno sulla manovra, a chi gli chiedeva dell’intesa tra Fiat e la maggioranza dei sindacati per Pomigliano d’Arco. "Vedo - ha aggiunto - un accordo che sostanzialmente è già passato, è già transitato. Mi auguro che ci siano più firme, ma vedo un atteggiamento di sostanziale condivisione".

Marcegaglia: "No inaccettabile" Il no della Fiom su un’intesa per Pomigliano "non è accettabile, spero che cambi idea". La presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, auspica che "proprio oggi la Fiom rifletta sulla sua decisione e cambi idea".

"Come si fa a bloccare un investimento da 750 milioni perchè si vogliono tutelare gli assenteisti e i falsi ammalati? Bisogna guardare avanti, c’è un’azienda che prende gli investimenti dall’estero e li sposta in Italia, non è accettabile che si dica di no che ci si nasconda e non si guardi la situazione", conclude la Marcegaglia auspicando che "prevalga un senso di responsabilità e si dia speranza al Paese".  

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