Il caso Quel prestito geniale che si chiama «Euro-Tremonti-bond»

Giulio Tremonti è oggi lodato in lungo articolo del Financial Times per la determinazione con cui ha tenuto in ordine - per quanto possibile - i conti italiani. Respingendo con fermezza tutti gli assalti alla diligenza di vari ministri del governo. Anche per questo l’Italia non è la Grecia. Ma Tremonti si è guadagnato ulteriori attestati di stima a livello continentale proprio nella gestione dell’affaire Atene: la sua adesione immediata al piano di aiuti comunitari ha sorpreso qualcuno. Ma a ben guardare si sta rivelando geniale. «Il ministro - dice per esempio Angelo Drusiani, esperto di reddito fisso nella sala operativa di Albertini Syz a Milano - è stato uno dei pochi a capire subito l’importanza del prestito greco». È stato un po’ come quando il ministro annunciò il lancio dei Tremonti Bond per salvare le banche italiane. Tanto che c’è già qualcuno che chiama gli aiuti italiani alla Grecia - che verranno varati oggi dal consiglio dei ministri - gli Euro-Tremonti-Bond.
Che siano geniali è presto detto, basta fare due conti: Tremonti sta per prestare ai greci 5,5 miliardi di euro, al tasso del 5% per tre anni. A fronte di questi, nella stessa valuta, di fatto verranno emessi titoli di pari struttura, a un costo che però possiamo ipotizzare del 2,3% (questo è quanto il mercato prezza la carta italiana a 3 anni, al netto delle turbolenze di questi giorni). Dunque allo Stato italiano il prestito greco costa il 2,3% di 5,5 miliardi (126 milioni) per 3 anni. Totale: 378 milioni. Ma rende ben di più: 5% di 5,5 miliardi l’anno fa 275 milioni. Per 3 anni fa 825. La differenza, pari a 447 milioni, finirà diritta nelle casse dello Stato. Certo l’ipotesi è quella che la Grecia, nel frattempo, non fallisca. Ma Tremonti sa bene che, esaurite le spinte speculative di questi giorni, tutte le grandezze torneranno nella giusta dimensione. Basti ricordare che gli spread sui Btp, ieri a 123 punti, nel gennaio 2009 (dunque senza crisi greca) sono arrivati fino a 158. Come dire che questa non è che una delle tante buriane. Ma c’è di più.


Gli Euro-Tremonti-Bond valgono per il ministro anche come una polizza di assicurazione. Contro cosa? Contro i soliti assalti: se qualche ministro osasse andare a battere cassa, impossibile accontentarlo: «Abbiamo dovuto dare i soldi alla Grecia, non c’è rimasto più nulla».

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