Caso Sandri, il pg: omicidio volontario per l'agente Trasferte, stop per 15 club

Cambia l'imputazione per il poliziotto indagato. La difesa del legale: "Fatto accidentale, l'agente nega di aver mirato alla persona". Il procuratore: "I coltelli erano dei laziali, aggressione agli juventini". L'Osservatorio blocca le trasferte per i tifosi di 15 squadre alla ripresa dei campionati

Caso Sandri, il pg: omicidio 
volontario per l'agente 
Trasferte, stop per 15 club

Arezzo - L’avvocato Francesco Molino esce dalla procura di Arezzo dopo un colloquio con il pm Giuseppe Ledda, titolare delle indagini. E' lui a dare la notizia ai giornalisti: Luigi Spaccarotella è accusato di omicidio volontario per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, avvenuta domenica mattina sull’ A1 vicino ad Arezzo. "Il magistrato - ha spiegato Molino - ha cambiato il capo d’imputazione. È in arrivo: potrebbe essere semmai dolo eventuale, ma - ha aggiunto - sarà omicidio volontario. A noi hanno preannunciato così". 

Il legale: "Un fatto del tutto accidentale" "È stato un fatto del tutto accidentale, il mio cliente nega di aver sparato direttamente mirando alla persona", anche se "dice naturalmente di aver sparato". Lo ribadisce l’avvocato Molino, il legale dell’agente Luigi Spaccarotella, accusato di omicidio colposo in relazione alla morte del giovane tifoso laziale. L’agente è difeso, oltre che dall’avvocato Molino, dal legale Gianpaolo Renzo. "È quello che ho sentito dire da lui direttamente", spiega Molino, che afferma anche che l’agente della Polstrada "c’è rimasto male" per quanto accaduto.

"Qualcosa non torna" "Ci difenderemo a denti stretti: c’è qualcosa che non torna". Hanno aggiunto Francesco Molino e Giampiero Renzo. "Il dottor Ledda, titolare dell’inchiesta, dà grandi garanzie, sarà un lavoro lungo e complesso". Ai giornalisti che gli chiedevano la versione dell’agente, Renzo ha risposto ricordando che "ha rilasciato una testimonianza precisa sull’andamento dei fatti, con una sola versione, che non è mai stata cambiata". Il procuratore Di Cicco aveva spiegato che l’agente "ha dichiarato di essere inciampato, ma non mi sembra che sia andata così". Ai cronisti che poi chiedevano conferme Molino si è limitato a rispondere: "Non mi risulta".

I coltelli dei laziali "I coltelli, gli ombrelli e il mezzo ombrello rotto" trovati nell’area di servizio di Badia al Pino "erano degli occupanti della macchina della vittima". Lo ha spiegato il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco in una conferenza stampa con i giornalisti in cui ha fornito alcuni elementi dell’indagine. Di Cicco ha spiegato che i quattro tifosi laziali che domenica erano assieme a Sandri sono accusati di porto d’oggetti atti a offendere "ed eventualmente lesioni, ma questo lo devo ancora verificare". Di Cicco ha poi spiegato che nell’area di servizio c’erano tre auto e due gruppi di tifosi, uno laziale e l’altro juventino. A chi gli chiedeva se durante la zuffa le vittime siano stati gli juventini, il procuratore ha risposto: "sembrerebbe".

La rissa Di Cicco ha quindi spiegato che i tifosi della Juventus - che sono stati o che saranno identificati - erano arrivati a bordo di una Clio e di una Mercedes, mentre i tifosi della Lazio si trovavano sulla Megane. "Hanno colluttato fra di loro - ha spiegato il procuratore - questo è un dato di fatto". Quindi, rispondendo ai giornalisti, ha detto di non sapere se Gabriele abbia "partecipato alla zuffa.

E anche in quel caso, che importanza avrebbe?". Di Cicco ha quindi spiegato che quello relativo alla zuffa è un filone di indagine "che potrebbe essere stralciato. Sono episodi collaterali: una cosa è l’omicidio, una cosa sono le colluttazioni fra i tifosi".

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