Caso Scazzi, l'inchiesta si avvia alla chiusura "Uccisa da zia e cugina"

Le forze dell'ordine hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 15 persone. I Pm: "Lo zio nascose solo il cadavere"

Caso Scazzi, l'inchiesta 
si avvia alla chiusura 
"Uccisa da zia e cugina"

Avetrana - L'omicidio di Sarah Scazzi potrebbe presto avere un colplevole. I carabinieri del reparto operativo di Taranto e della squadra di polizia giudiziaria stanno infatti notificando l’avviso di conclusione delle indagini per l’omicidio di Sarah Scazzi. Gli indagati sarebbero 15. La quindicenne di Avetrana, venne uccisa il 26 agosto 2010 e il suo corpo venne ritrovato in un pozzo-cisterna nelle campagne del paese la notte tra il 6 e il 7 ottobre dello scorso anno. In carcere per l'omicidio finirono prima lo zio Michele Misseri, che ha confessato il delitto e permesso il ritrovamento del cadavere, poi la cugina Sabrina e la zia Cosima Serrano.

Le conclusioni dei pm Sarah venne uccisa dalla zia Cosima Serrano e dalla cugina Sabrina Misseri; lo zio Michele operò la soppressione del cadavere e tentò di distruggere gli effetti personali della vittima. È quanto scrivono il procuratore aggiunto di Taranto, Pietro Argentino, e il sostituto procuratore mariano Buccoliero nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Gli indagati Le persone coinvolte sono sicuramente la cugina di Sarah, Sabrina Misseri, detenuta dal 15 ottobre che, dopo l’accusa di concorso in omicidio, è ora accusata di omicidio; la madre della giovane e zia della vittima, Cosima Serrano, anche lei detenuta (ma dallo scorso 26 maggio), accusata di concorso morale in omicidio; il padre Michele Misseri, indagato a piede libero, dopo un lungo periodo di reclusione, per omicidio (anche se gli indizi su questo reato stanno scemando secondo gli investigatori) e per soppressione di cadavere. A piede libero sono indagati anche Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote di Michele, indagati a piede libero per concorso in soppressione di cadavere. Anche loro a febbraio sono stati arrestati e poi scarcerati dopo due settimane. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per chiedere un nuovo interrogatorio e per depositare memorie difensive o altre indagini.

Quindi scatteranno da parte della Procura della repubblica le richieste di archiviazione o di rinvio a giudizio al giudice per le udienze preliminari. La prima udienza potrebbe celebrarsi subito dopo le vacanze estive.

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