Roma

Caso Senegal, il dg di Ama International ci scrive

In relazione alle informazioni riguardanti la mia persona contenute nell’articolo Ama Senegal, per Dakar è uno scandalo, dello scorso 7 agosto, intendo precisare innanzitutto che a tutt’oggi, contrariamente a quanto scritto, non mi è stato notificato alcun decreto di interdizione all’espatrio da parte della Divisione investigazioni criminali di Dakar. Nell’audizione alla Dic, avvenuta il 28 luglio scorso, ho fornito tutti i chiarimenti che mi sono stati richiesti dalle autorità riguardo alcuni pagamenti verso imprese locali, dimostrando l’assoluta correttezza del mio operato e di quello di Ama Senegal. Nessuno, né in sede di audizione né successivamente, ha accennato a provvedimenti restrittivi emessi nei miei confronti.
Nell’articolo si fa riferimento a una mia presunta «fuga» dal Senegal, che viene ricostruita in maniera estremamente fantasiosa chiamando in causa anche un fantomatico complice che mi avrebbe «permesso di varcare il confine di straforo». La verità è un’altra e differisce di molto dalle illazioni della stampa senegalese, che il Giornale ha raccolto e ulteriormente estremizzato, che ledono gravemente l’onorabilità del sottoscritto come persona e come professionista, per tutelare la quale mi riservo di dare mandato ai miei legali di agire in tutte le sedi competenti. La realtà è che ho lasciato Dakar, per un periodo di ferie programmate da tempo, a bordo di un comunissimo volo di linea, dopo aver passato i controlli di routine alla dogana senza che mi venisse mossa alcuna contestazione.
Ritengo che questa sia l’ultima di una serie di strumentalizzazioni operate ai danni di Ama Senegal con l’unico obiettivo di danneggiare l’immagine della società per fini politici, cercando di gettare discredito sul Comune di Roma, in quanto azionista unico di Ama spa. A tal proposito vorrei precisare, una volta per tutte, che Ama è presente nel capitale azionario di Ama International (che controlla Ama Senegal) con una partecipazione azionaria minoritaria, mentre il resto del capitale sociale è posseduto da banche, fondi di investimento e altre aziende italiane del settore. Per quanto riguarda poi la versione data dalla stampa senegalese degli eventi che hanno portato alla situazione attuale, faccio notare che, di fronte a ripetute difficoltà nel riscuotere i pagamenti dei crediti fin qui maturati, è stata Ama International a emettere una richiesta di messa in mora del governo senegalese il 21 luglio scorso. In seguito all’iniziativa intrapresa dall’azienda il 24 dello stesso mese ci è stata recapitata una proposta di risoluzione bonaria del contratto esistente fra le parti, senza che nei documenti ufficiali ad Ama Senegal e Ama International venisse attribuita alcuna responsabilità o addossato alcun addebito specifico legato al servizio svolto che giustificassero la proposta di risoluzione bonaria. Credo che i fatti da me citati mettano in luce aspetti della vicenda che meriterebbero di essere portati a conoscenza dei lettori, affinché questi ultimi possano formarsi autonomamente la propria opinione avendo a disposizione tutti gli elementi del caso.


Direttore Generale di Ama International
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Prendiamo atto delle gradite precisazioni di Moretti, ribadendo però di aver riportato nell’articolo in questione - certamente non «estremizzandone» il contenuto - quanto raccontato dai quotidiani di Dakar «Il Est Midi» (relativamente alla presunta, e ora smentita, «fuga» dal Senegal) e «Le Soleil» (che ha intervistato il ministro dell’Ambiente, decisamente critico nei confronti di Ama Senegal).\

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