Caso Senegal: inutile diffida al Tg2 da parte dei vertici Ama

Il sindaco Veltroni ha così tanto a cuore l’Africa da non sentire ancora il bisogno di dire una sola parola sull’affaire Ama-Senegal, ovvero sulla (mala)gestione dell’azienda capitolina nella raccolta dei rifiuti a Dakar che ha contribuito a diffondere epidemie mortali (303 morti di colera, migliaia di contagi, strade ricoperte di immondizia, critiche feroci del governo locale). Solo perché «costretta» dal Tg2 - che assieme al Giornale ha documentato l’agghiacciante situazione sanitaria in Senegal - la voce del Campidoglio è stata affidata all’Ama che per prima cosa ha diffidato il Tg2 dal mandare in onda le immagini che documentano ciò che si è provato sempre a ridimensionare. Ne ha dato notizia lo stesso conduttore televisivo dopo che il vicepresidente del consiglio regionale, Andrea Augello (An) aveva liquidato l’argomento con poche parole: «La situazione è molto seria nel paese africano. Noi non vogliamo accusare nessuno. Le immagini dicono che qualcosa di grave, in Senegal, non sta funzionando». Per una replica, e per mettere una toppa al maldestro tentativo di far pressioni sulla rete Rai al fine di bloccare un reportage dalle immagini agghiaccianti sia per la salute dei cittadini di Dakar che per l’immagine del sindaco di Roma (che tanto si era speso per la sponsorizzazione del progetto di cooperazione) è sceso in campo il presidente dell’Ama, Massimo Tabacchiera, presente negli studi di Saxa Rubra. «L’azienda - ha risposto Tabacchiera - ha ritenuto di tutelarsi legalmente, perché un fatto di questo genere, può incidere in maniera negativa sull’eventuale rinnovo da parte del governo senegalese», come se il governo senegalese avesse bisogno di vedere il Tg2 per esprimere tutte le sue perplessità sul rinnovo dell’appalto ad una società che - per un motivo o per l’altro - non è riuscita a mantenere gli impegni presi per 160milioni di euro d’appalto. Rispetto alla carenza dei mezzi presentati a Dakar, per lo più obsoleti o fermi in poco tempo per non aver predisposto l’impianto di un’officina, Tabacchiera spiega: «L’impegno nostro è serio. Se il governo senegalese rinnova il contratto, a Genova sono pronti altri 20 mezzi, pronti per essere imbarcati per il Senegal. Se ci fanno lavorare coi tempi giusti, ci impegniamo a rimettere le cose a posto». Quanto alla decisione dell’Esecutivo di Dakar di mandare a carte quarantotto l’appalto con l’Ama per tutta una serie di inadempienze gravi, Tabacchiera ammette qualcosa, alza le mani ma fino a un certo punto: «Che esistano dei contrasti con il governo senegalese, tanto che il governo ha rescisso il contratto, è evidente, da settembre non ci hanno più pagato. Il servizio è stato affidato a cooperative locali. Faccio notare che noi svolgevamo il servizio da tre anni, e non c’è mai stato nessun problema». A sentire l’Avvocato dello Stato senegalese, il ministro della Salute e vari altri organi istituzionali, le cose non sono andate esattamente come le descrive Tabacchiera. Che però, al Tg, insiste: «Abbiamo ripreso dopo un blocco di un mese, dopo che il governo senegalese ci ha autorizzato a rimettere in moto il sistema. Abbiamo trovato una situazione davvero complicata, perché il cumulo dei rifiuti era aumentato.

Abbiamo portato la situazione della città in condizioni di normalità, in attesa del rinnovo del contratto. Evidentemente ci sono problemi finanziari - ha sottolineato Tabacchiera - Ora stiamo lottando con la volontà di riportare le condizioni alla normalità».

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