Il «Caso-Tortora» in tv

PROGRAMMA 2009 L’istituto prevede di erogare stanziamenti per 24 milioni di euro

Il «Caso-Tortora» in tv

Da ora in poi, basta chiamarli «contributi» o «stanziamenti», peggio ancora «finanziamenti»: si parli solo in termini di veri e propri «investimenti», a cominciare da quelli indispensabili alla realizzazione delle infrastrutture! Li vede così il presidente della Fondazione Carige, Flavio Repetto, mutuando certamente linguaggio e strategia dal suo essere imprenditore, e imprenditore di successo. Ma sono assolutamente solidali con lui i membri del consiglio di indirizzo e del consiglio di amministrazione dell’istituto che è proprietario-socio di riferimento di Banca Carige, vale a dire: il forziere della Liguria, anche in questi tempi di grama economia, di nervi scoperti e di tramonto della finanza creativa (e qui Repetto ricorda l’aumento di capitale della Carige per 420 milioni di euro, «che si è rivelato molto significativo mettendo la banca in condizioni di garantire i propri clienti senza l’intervento dello Stato»).
E allora, sulla base di questi sacri principi - che prevedono, in particolare, la più accurata selezione degli interventi a sostegno dell’arte, della cultura, ma anche del «sociale» e del «produttivo», con ricadute concrete sul territorio - la Fondazione ha presentato ieri alla città e alla regione, nella Sala del Capitano del Popolo di Palazzo San Giorgio, il «Documento programmatico previsionale 2009». Che illustra i criteri alla base degli «investimenti» - cosiddetti, in quanto stabiliscono il concorso in partnership dei beneficiari, con assunzione della relativa responsabilità-rischio imprenditoriale - e le risorse a disposizione. Con una novità sostanziale, da più parti attesa: «Obiettivi prioritari e fili conduttori di tutta l’attività 2009 - sottolinea Repetto, ieri assente, che affida la lettura di un messaggio e la relazione introduttiva dell’incontro al consigliere Enrico Beltrametti e al segretario generale Rodolfo Bosio - saranno la crescita economica regionale, perseguita investendo sui fattori ricerca, salute, istruzione, cultura ed anche su rilancio dell’entroterra, miglioramento delle condizioni degli anziani, cura dei più deboli, sviluppo dei giovani, promozione della famiglia». In questo quadro - ribadisce il timoniere Repetto - la Fondazione «potrebbe anche dedicare una parte delle sue risorse finanziarie a investimenti in infrastrutture e/o attività che combinano virtuosamente il perseguimento di attività istituzionali con un’adeguata redditività».
Niente a che fare, ovviamente, con regalie a progetti fumosi per cui Fondazione Carige e, magari, anche Banca Carige sono tirati periodicamente per la giacca; molto a che fare, invece, con il sostegno di programmi realistici che il territorio aspetta da decenni. Per tutti gli interventi saranno a disposizione nel 2009 24 milioni di euro, rispetto ai 18,5 milioni del 2008. Ma la Fondazione, se è vero che seleziona minuziosamente gli investimenti, è altrettanto vero che non «taglia» il sostegno alla cultura: lo dimostra, fra l’altro, l’iniziativa editoriale affidata a Gabriella Airaldi, storica insigne e divulgatrice, che cura i quattro volumi della «Storia della Liguria», edito da Marietti e dedicato alle scuole di Liguria e Basso Piemonte (il primo libro, «Dalle origini al 643 d.C.

», è fresco di stampa ed è stato illustrato ieri dall’autrice). Quasi a ribadire, con fermezza: spese sempre più oculate, non per dare meno, ma per dare meglio e innescare «moltiplicatori» virtuosi che traguardano obiettivi concreti. Alla «genovese». O meglio: alla maniera giusta.

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