Milano - «Partecipazione morale». È questo il ruolo che il giudice Stefania Donadeo attribuisce a Silvio Berlusconi nella fuga di notizie che, tra il Natale del 2005 e il Capodanno del 2006, rivelò all’Italia i rapporti tra il leader dei Ds Piero Fassino e il grande capo dell’assicurazione Unipol Giovanni Consorte, lanciatoall’assaltodellaBanca nazionale del lavoro. «Abbiamo una banca», festeggiava Fassino al telefono con Consorte, nell’intercettazione pubblicata sul Giornale . E per questo il gip Donadeo impone alla Procura di Milano di chiedere il rinvio a giudizio del presidente del Consiglio.
Per avere passato quella intercettazione al Giornale sono già stati condannati un tecnico specializzato in intercettazioni telefoniche e un paio di mediatori. L’editore del Giornale , Paolo Berlusconi, verrà processato a partire dal 4 ottobre. Silvio Berlusconi, invece, finora era rimasto fuori dai guai: dopo avere indagato anche sul suo conto, la Procura di Milano aveva chiesto di proscioglierlo da ogni accusa. «Non vi è stato un consenso/autorizzazione/ via libera alla pubblicazione da parte di Silvio Berlusconi, né esplicito né implicito»,aveva messo nero su bianco il pubblico ministero Maurizio Romanelli, chiedendo l’archiviazione dell’indagine per ricettazione e rivelazione di segreto d’ufficio a carico del Cavaliere.
La faccenda insomma sembrava, almeno per Silvio Berlusconi, destinata a finire lì. Invece la richiesta di archiviazione firmata da Romanelli, un pm non certo sospettabile di indulgenza verso il premier, è finita sul tavolo di un giudice ancora più severa. Che, dopo avere fissato un’udienza in cui la Procura (una volta tanto spalleggiata dagli avvocati del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo) aveva insistito per l’archiviazione, ieri mattina ordina: imputazione coatta. La Procura entro dieci giorni deve formulare la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Silvio Berlusconi. Ma non servirà aspettare così tanto: già questa mattina Romanelli depositerà il nuovo capo d’accusa contro il capo del governo, che così assumerà per l’ennesima volta il ruolo di imputato.
A ribaltare la linea della Procura, il giudice Donadeo arriva utilizzando una sentenza della Cassazione che ha analizzato il reato di rivelazione di segreto d’ufficio: un reato che viene commesso dal pubblico ufficiale che racconta in giro i fatti del suo ufficio. Nel caso specifico si tratta di Roberto Raffaelli, il tecnico incaricato dalla Procura di intercettare il telefono di Consorte, che portò come cadeau la registrazione prima a Paolo Berlusconi, editore del Giornale , e poi ad Arcore, al fratello Silvio. Questi, raccontano i presenti, «appariva molto stanco e ci disse che anche se stava con gli occhi chiusi seguiva con attenzione i discorsi».«Quando sente la telefonata tra Fassino e Consorte sobbalza e dice: “ Caspita”».Pochi giorni dopo, iniziò la pubblicazione sul Giornale delle intercettazioni. In questa sequenza, la Procura non aveva individuato elementi sufficienti a processare il premier.
Invece il gip ritiene che ci siano le prove di quella «partecipazione morale» di cui parla la sentenza della Cassazione. «Berlusconi Silvio ascolta la conversazione e la sua reazione davanti alla rivelazione da parte di un incaricato di pubblico servizio di una notizia coperta da segreto d’ufficio e riguardante un esponente politico non è di approvazione bensì di compiacimento e di riconoscenza.Tant’è che il giorno 27 dicembre, primo giorno utile per la pubblicazione e nei giorni successivi le conversazioni intercettatesarannopubblicatesulquotidiano Il Giornale . Dopo la pubblicazione Silvio Berlusconi, tramite il fratello Paolo, ringrazia di nuovo Raffaelli e Favata (il tecnico e il suo intermediario, ndr ) del regalo fattogli assicurando gratitudine eterna ».
E il giudice aggiunge una «prova logica» del concorso morale: «Unico interessato alla pubblicazione della notizia riguardante un avversario politico era proprio il destinatario del regalo, Silvio Berlusconi, stante l’approssimarsi delle elezioni politiche. Tale notizia avrebbe leso,così come è stato,l’immagine di Piero Fassino.
La pubblicazione della notizia proprio dopo e solo dopo l’ascolto da parte di Silvio Berlusconi, i ringraziamenti seguiti da parte di Silvio Berlusconi, costituiscono dati di fatto storicamente provati che logicamente interpretati rendono necessario l’esercizio dell’azione penale anche nei confronti di Silvio Berlusconi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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