Cassano fa le magie in campo, ma in panchina c’è il mago Silvan

Cassano fa le magie in campo, ma in panchina c’è il mago Silvan

(...) squadra. Ma, anche in questo caso, il giochino è fin troppo semplice. Basta guardare alle partite con e senza Bellucci per giudicare su quanto sia decisivo. Poi, certo, trasferte come quella di Cagliari sono insidiosissime, la squadra di Allegri è una di quelle che gioca meglio e ci sta pure di tornare dalla Sardegna senza punti. Ma anche questa eventualità non sposterebbe di una virgola quello che sto dicendo.
E allora, a parte Cassano e a parte Bellucci, è meglio andare a cercare un altro protagonista, forse il più importante. Se ne accorgono in pochi, anzi c’è addirittura qualcuno che gli fa la fronda. E dire che avrebbe anche il nome giusto (per quelli della fronda): Walter. Il problema è che di cognome fa Mazzarri e non Novellino, evocato da alcuni quando il Doria stava attraversando il suo peggior momento come il salvatore della patria. Trattandosi, a volte, degli stessi media che hanno accostato l’ex tecnico blucerchiato, di volta in volta, al Parma (ad inizio stagione), al Parma (a stagione in corso), al Torino, alla Reggina, al Chievo, al Bologna e ad altre squadre varie ed eventuali - soprattutto eventuali - non c’era da preoccuparsi troppo.
Il problema, semmai, è che nelle prime giornate di campionato, complici i risultati abbastanza disastrosi, Mazzarri si stava novellinizzando, trasformandosi in una sorta di Walter (Alfredo) Mazzarri. Continui riferimenti agli infortuni, agli episodi, al destino cinico e baro. Addirittura la ripetizione ossessiva del fatto che, Atalanta a parte, la Samp avrebbe potuto vincere con chiunque. A mio parere, non era affatto vero.
Ora, però, sembra di essere tornati allo scorso anno. E, curiosamente, il punto di svolta è stata l’esternazione del tecnico che passerà alla storia come il «teorema di Aronica e Buscè». Sembrava la mossa della disperazione. Invece è stato un colpo da maestro di Mazzarri, l’ennesimo.
Il tecnico doriano - che ha mille difetti, è introverso, non riesce a godersi Genova e i genovesi come lui per primo meriterebbe - quando c’è da parlare di calcio è uno dei migliori. E l’ha dimostrato anche quest’anno. In vari modi. Primo fra tutti, non ascoltando tifosi e critici che gli chiedevano di mettere in campo Bonazzoli e, soprattutto, Fornaroli. Richieste giustamente respinte al mittente coi fatti. Bonazzoli e Fornaroli? Ma siamo seri.
Il resto, Mazzarri l’ha dimostrato - come sempre - plasmando giocatori e, a volte, creandoli dal nulla.

Tanto per fare due nomi, Stankevicius e Padalino non sono nemmeno lontani parenti di quelli che sono arrivati qui a inizio stagione e Maggio ora è meno rimpianto, così come Dessena sembra in via di recupero e il rientro di Castellazzi in porta sta dando nuova sicurezza al reparto. Poi, certo, se il difensore che va in panchina è Campanella, con tutto il rispetto per Campanella, Mazzarri c’entra pochino.
Insomma, Cassano fa le magie. Ma forse Silvan sta in panchina.

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