La vera rinascita non è coincisa con quel tocco perfido con cui ha aperto al Milan la strada del comodo 4 a 1 sul Siena. No, per Antonio Cassano, il cuore ha ripreso a battere forte e bene solo quando, la sera prima, è sceso dalla scaletta del charter che lo ha portato da Malpensa a Firenze, senza avvertire il più insignificante dei disturbi. É stata quella la svolta autentica, linizio della sua seconda vita allegra e spensierata. Era la prima volta che saliva su una scaletta di aereo, dopo lepilogo drammatico del volo proveniente da Roma, la notte di fine ottobre, al termine di Roma-Milan. Non laveva più fatto e anzi tradiva qualche malcelato timore nel rimettersi in volo. Cancellati un paio di viaggi ai Caraibi proprio per questo motivo. Naturale associare allaereo lepisodio che gli ha interrotto brutalmente la carriera, senza lasciare conseguenze nè sulluomo, ancor meno sul talento calcistico. Viaggiando verso Siena, Antonio Cassano si è comportato, per la prima volta da quando è a Milanello, come uno scolaretto: non ha disatteso uno solo dei consigli ricevuti dal dottor Tavana, si è seduto in prima fila, da solo, ha chiuso gli occhi e ascoltato musica, senza mai alzarsi e andare in giro a organizzare scherzi con i suoi sodali. Ha ripreso a tormentare Muntari oppure Ibrahimovic soltanto dopo, quando è saltato sul torpedone che lha trasferito a Siena. In quelle ore, Antonio Cassano si è sentito davvero fuori dal tunnel, restituito alla salute piena.
Superata la prova del nove, è stato un giochino da ragazzo presentarsi al fianco di Ibrahimovic, dal primo minuto, e apparecchiare una prova da intenditori. Adriano Galliani, a fine partita, ha solo potuto dare libero sfogo al rimpianto di casa Milan. «Non averlo avuto per tutta la stagione è il nostro vero grande rammarico» la chiosa del dirigente, in perfetta sintonia con Silvio Berlusconi. «Sono davvero entusiasta di quel che ha fatto Cassano» è la risposta di Allegri che può dirsi soddisfatto della tecnica utilizzata nel portarlo alla piena forma. Ha cominciato con una brevissima apparizione con la Fiorentina, poi la mezzora decisiva col Genoa, infine la partita intera di Siena. «Il merito è tutto suo, non ha mollato un momento, noi dello staff sanitario lo abbiamo riportato in campo sano e con le garanzie» il commento di Rudi Tavana, da Cassano indicato come il responsabile numero uno del piccolo miracolo realizzato in sei mesi giusti. Tenerissimo labbraccio di Siena. Per molti, tantissimi, quel Cassano ricoverato al Policlinico di Milano, a novembre, non avrebbe più sentito lodore dellerba di un campo di calcio, oggi può godersi il ritorno alla vita e al calcio con quel calcione nel sedere di Ibra e i soliti scherzi organizzati per far diventare matto Muntari.
«Il Milan mi ha salvato la vita, Prandelli mi ha dato una carica unica» la sintesi di qualche frase distribuita tra i suoi amici che lo hanno sentito, nei mesi, passare dallangoscia alla speranza più folle della perfetta ripresa fisica. É stato Cassano, per una volta, il miglior amico di Cassano. Si è messo nelle mani dei medici, ne ha seguiito lo schema di preparazione, ha camminato per chilometri non potendo fare altro e poi, quando ha ottenuto il via libera per tornare a divertirsi col pallone, è stato uno spettacolo rivedere Cassano lavorare a Milanello. «Non ha perso un grammo di forza ed è più magro di quando aveva smesso, al ritorno dalla partita con la Roma» linformazione passata da Daniele Tognaccini, il capo dei preparatori del Milan che si è occupato di riportarlo allantico splendore. Già, perchè il Cassano ammirato tra settembre e ottobre del 2011 aveva stupito tutti, persino Allegri che non si era certo opposto a una sua eventuale partenza nellestate precedente.
Un volo banale, da Roma a Malpensa, gli aveva cambiato la vita, un volo pieno di ansie, a Siena, gli ha restituito quasi tutto con gli interessi. E con la voglia di vita lo smalto migliore per leuropeo. Dove dovrà far finta che quel ragazzaccio di Mario Balotelli sia un un piccolo Ibrahimovic.
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