Antonio Cassano e i tifosi scaldano il derby. Ieri mille supporter blucerchiati hanno caricato la squadra a Bogliasco, incitandola all'ingresso in campo e durante la partitella. Poi ci ha pensato anche l'attaccante che, scoccata ormai l'ora X, ha infiammato gli animi rossoblucerchiati con un'intervista a Sky.
E lo fa a suo modo: «Non penso ci sia depressione per una sconfitta meritata: abbiamo perso una partita in cui abbiamo giocato male, però ci può stare perché in questo anno e mezzo abbiamo fatto un record in Europa: dieci partite senza perdere. Penso che tutto il nervoso e la carica che abbiamo li sfogheremo su quegli altri». Quegli altri chi sono? «Quelli dell'altra sponda. All'inizio della stagione dicevano che i genoani erano un po' pallidi, adesso si sono fatti le lampade. Le lampade non servono, perché quando arrivi a un certo punto le lampade non le fai più e diventi bianco».
Cassano ottimista? «Alla grande, perché non dovremmo esserlo? Quello che ho detto all'inizio della stagione, lo ripeto oggi: noi siamo più forti di loro, ne sono convinto ancora. Poi i derby sono partite particolari, può succedere di tutto, però loro devono sapere, che aprano bene le orecchie, che noi siamo più forti di loro».
La Samp gioca in casa, tra l'altro: «La cosa che voglio dire è che noi saremo 26mila, loro in 11mila e non voglio minimamente sentire che loro urlano. Appena loro urlano dobbiamo gridare molto di più, non si devono sentire, domenica deve essere una bolgia, già dall'inizio, prima della partita, dobbiamo essere carichi a pallettoni. Lo siamo già adesso. Bolgia nel senso positivo, senza andare oltre il limite, sempre con rispetto, la bolgia nel senso di tifo».
Poi arriva un altro messaggio ai tifosi del Genoa: «Voglio solo ricordargli che ho giocato a Bari e ho fatto gol al derby, ho fatto gol a Roma al derby, ho fatto gol a Madrid al derby. Mi manca un solo derby per fare gol».
Riti e scaramanzia: «Nulla. Non sono scaramantico, non ho riti, niente. La mia scaramanzia, il mio rito, è la mia testa: se mi sveglio bene la mattina, gli altri devono prendere paura, ma tanta paura. Ma il Genoa quest'anno ha Milito: è fra i cinque attaccanti al mondo, è fortissimo».
L'ultima battuta è su Lippi e la nazionale: «Le convocazioni sono sempre un grande problema, Lippi deciderà se chiamarmi o no, però a Bari si dice che "si sente puzza di bruciato" e quando sento puzza di bruciato significa che c'è molta poca possibilità che possa andare in Nazionale, non so il motivo, può darsi che ci siano altri più forti, probabilmente per lui è così. La realtà dei fatti dice che non sarò più convocato in Nazionale finché ci sarà questo allenatore. Ti ripeto, lui è stato sincero e onesto, ancora oggi lo dico, non mi ha mancato di rispetto, mi ha fatto un discorso corretto da persona corretta, mi ha detto: se tu avessi giocato con continuità, ti avrei al Mondiale».
Infine una nota tecnica. Bonazzoli non sarà neanche in panchina. Lo ha fermato una botta al ginocchio rimediata ieri in allenamento.
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