Cassano-Pazzini: la Samp affonda l'Inter

Difesa in versione horror. Mou: "Ora non mi chiederete più perché non giocano". Segnano il barese e due volte la punta su 3 regali

Cassano-Pazzini: 
la Samp affonda l'Inter

Genova - Peggio di Bergamo, almeno lì la reazione aveva portato a qualcosa e Mourinho si era compiaciuto del carattere dei suoi. Ieri sera Castellazzi ha negato tutto, anche l'onore a quest'Inter che dopo i botti del dopo Roma è andata a fracassarsi il cranio a Marassi, senza moviole, arbitri, braccia, rigori e prostitute. Balotelli è finito all'ospedale dopo essersi spalmato contro un palo nell'arrembante secondo tempo nerazzurro: solo esami di routine, scongiurato qualsiasi problema alla testa.

Ma la testa degli altri ieri sera dov'era? Soprattutto quella di Mourinho, sovraeccitato e vicino alla resa: il 3-0 della Samp mette una pietra sulla finale di Roma a una settimana scarsa dal ritorno di Manchester. Non tutta colpa sua, ma tanti indizi.

Una somarata di Nelson Rivas scongelato dopo Manchester e riproposto in versione gita parrocchiale. Mourinho gli affida la fascia destra, Vittorio Russo che sostituisce in panchina Mazzarri squalificato, ne sa una più di José e mette Cassano da quelle parti. Uno spasso, il bell'Antonio si carica dieci doriani sulle spalle e inizia lo spettacolo. A Rivas va via in scioltezza e apre le marcature, si ripete alla mezz'ora quando costringe Toldo al volo all'incrocio, angolo, fagiolata della difesa interista che non marca nessuno, Pazzini ci mette la testa per il 2-0. Ancora Cassano sul terzo gol, stordisce un po' di gente, la mette, Toldo coi guanti, Cordoba vai col liscio, ancora Pazzini, 3-0.

Mourinho qualcosa aveva tentato dopo aver visto che Rivas era in serata Manchester e non voleva avvilirlo eccessivamente. Pur di non prenderlo a calci in mezzo al campo si è inventato una disposizione tattica molto cervellotica, lo ha spostato in mezzo, centrale con Materazzi, ha spostato Cordoba a sinistra, sotto a Maxwell che è avanzato nella riga dei centrocampisti e a destra ha tirato giù Zanetti che è rimasto col cerino in mano: la marcatura di Cassano.
Bello.

All'Inter è venuta a mancare la solita spinta di Saverio e Cassano ha continuato a fare i girotondi per il campo senza dare tregua a nessuno.

La difesa dell'Inter potrebbe diventare materia di discussione, non c'era il solito Cambiasso a proteggerla, si presentava nell'ennesima edizione stagionale con una linea dei quattro assolutamente inedita, mancava del portiere titolare. Ma ha fatto vedere cose che a raccontarle nessuno ci crederebbe (e Mourinho nel dopo partita sarà pungente come sempre: «Abbiamo lasciato fuori molti giocatori importanti che non possono giocare sempre: adesso mi chiederete ancora perché non faccio giocare gli altri?»). Un’esibizione peggiore di Bergamo, e questa volta Mourinho ha poco da mettere in castigo perché a furia di epurare non ha più nessuno da mettere in campo. Con Rivas è stato un vero temerario, con Maxwell, che riportato nel suo ruolo naturale si stava rianimando, ha ricommesso l'errore delle ultime gare di farlo salire a centrocampo dove risulta prevedibile e invisibile. Materazzi ha giocato sempre sui nervi, Cordoba a volte lascia basiti.

La Sampdoria ha messo coraggio, fiato e gambe, tutti a girare attorno a Cassano e lui non ha deluso, talmente sicuro di sé che chiamava la palla anche quando era circondato da due o tre avversari.

E ne è sempre uscito benissimo. La Samp è lui, il resto è un gruppo di bravi giocatori che lo assecondano in ogni desiderio. L'Inter oggi un Cassano non ce l'ha, si deve accontentare di un Vieira che muove il sedere prima delle gambe.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica