Finisce con il pubblico imbufalito con larbitro Rosetti che sbaglia alcune decisioni e sembra non riuscire ai livelli di eccellenza del passato.
Ma Rosetti non è lunico a sbagliare in una partita che degli errori è quasi lo spot: la Sampdoria, che: a) ha in mano la partita, b) sta giocando divinamente in attacco grazie al tandem Cassano-Pazzini, mai così bello come ieri; c) è in vantaggio per due reti ad una; d) ha un uomo in più, dopo lespulsione di Motta, si fa raggiungere da una Roma che: a) è in campo senza nove titolari; b) è in svantaggio; c) ha un uomo in meno; d) è reduce dai centoventi minuti più rigori di mercoledì in Champions in cui hanno giocato quasi tutti quelli in campo a Genova.
Insomma, per la Sampdoria avrebbe dovuto essere tutta in discesa. Invece, un calo generale dei blucerchiati, una buona Roma, un Rosetti confuso e tre straordinarie parate di Doni, che si è fatto perdonare lerrore sul secondo gol, hanno portato al pareggio della Roma. Che, addirittura, non ha rinunciato ad attaccare fino alla fine.
In campo romanista, Spalletti sembra il ritratto della felicità: La Roma continua così la sua corsa verso
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