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La Cassazione: telefono spia nell'auto della ex? non è reato

Gli uomini gelosi possono tirare un sospiro di sollievo. "Origliare" le conversazioni della propria ex non è un reato. A patto che lo si faccia in auto. Lo ha deciso la Cassazione respingendo un ricorso del tribunale di Potenza

La Cassazione: telefono spia nell'auto della ex? non è reato

Milano - L'italiano è caliente e geloso. Ma ora può dormire sonno tranquilli. Via libera alle "cimici" per origliare le conversazioni della propria amata. Solo in auto, però. Nascondere un "telefono spia" nela vettura della ex fidanzata per scoprire i suoi segreti non è un reato.

L'auto non è un luogo privato La vettura infatti, ricorda la Cassazione, non può essere considerato un "luogo di privata dimora" e se lo "spionaggio" si avvale di una semplice trasmittente non c’è legge che lo vieti. In pratica all’orecchio indiscreto basta nascondere nella vettura un telefonino a risposta automatica e senza suoneria che, attivato a distanza, consente di ascoltare ciò che viene detto all’interno dell’auto.

Il ricorso del tribunale
La Cassazione ha perciò respinto senza mezzi termini il ricorso della procura di Potenza che aveva invece richiesto l’arresto per due spie dilettanti che avevano installato un telefono-trasmittente nell’auto della ex amante di uno dei due in seguito alla decisione della donna di interrompere la relazione. Già il gip del tribunale lucano aveva detto no alla richiesta di arresto spiegando che non potevano essere contestati i reati di illecita interferenza nella vita privata e installazione di apparecchiature per intercettazioni abusive. Ma il pm non si è arreso e dopo un appello al riesame, pure rigettato, si è rivolto alla Suprema Corte.

La Cassazione respinge I giudici della quinta sezione penale, con la sentenza 28251, hanno ribadito anzitutto che l’auto non può essere considerata "luogo di privata dimora" e dunque non è possibile ipotizzare il reato di illecita interferenza nella vita privata che, precisa la Cassazione, "tutela la riservatezza delle persone in relazione all’ambiente". In pratica, se le conversazioni fossero avvenute in una casa o in ufficio "l’interferenza" sarebbe stata illecita. Ma in un’auto "sulla pubblica via" no, non c’è alcuna protezione giuridica. A patto che l’ascolto avvenga con una semplice trasmittente, come un telefono-spia, e non invece attraverso apparecchiature che "si inseriscono nella trasmissione dei dati". Insomma, se contro le intercettazioni abusive interviene la legge, dagli ascoltatori indiscreti bisogna difendersi da soli.

Anche i muri hanno le orecchie.

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