Casse vuote: resta la Cosap, si può discutere di passi carrai

Tutti lo conoscono come «la Cosap», ma in realtà è - al maschile - il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche. Quello che più conta per i cittadini è però che sulle strade provinciali di Genova resta. La mozione presentata in consiglio provinciale dall’Udc che chiedeva l’eliminazione del canone non ha ottenuto il voto favorevole del consiglio provinciale che l’ha respinta con 18 voti dei gruppi di maggioranza, contro 13 espressi dall’opposizione. La mozione dell’Udc, proposta e illustrata dal capogruppo Alfonso Gioia, partiva dal presupposto di dare una risposta alla crisi economica che dalla finanza globale si è trasferita nelle tasche dei cittadini, abolendo un canone di competenza provinciale. «La legge lo consente - ha affermato il consigliere Gioia - trattandosi di un canone e non di una tassa rientra nella facoltà del consiglio la sua abolizione. In questo modo si può sgravare dal pagamento del canone, alcune famiglie, in un momento in cui l’inflazione reale è all’otto per cento e la pressione fiscale oltre il quaranta per cento». La mozione ha incontrato la netta contrarietà della giunta espressa dall’assessore Piero Fossati: «L’abolizione è un’utopia, non avverrà mai». Il canone frutta alla Provincia di Genova 1.380.000 euro all’anno, soldi che sono reinvestiti sulle strade.

L’assessore Piero Fossati ha comunque offerto la disponibilità della Provincia, su richiesta del consigliere del Pdl Claudio Muzio, a riesaminare la situazione dei passi carrabili cosiddetti a raso, cioè quelli che hanno accesso diretto sulla viabilità provinciale senza occupare suolo pubblico.

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