Roma

Cassia, evacuata una scuola pericolante

Daniele Petraroli

Brutta sorpresa ieri mattina per i 500 bambini della scuola materna e elementare San Godenzo. Il loro istituto, al numero 196 dell’omonima via lungo la Cassia, è stato infatti dichiarato inagibile dai vigili del fuoco la sera prima. Un trave portante della struttura è stato trovato gravemente lesionato. Quello che doveva essere un semplice controllo di routine dopo che parte dell’intonaco del terrazzo è franato nella giornata di venerdì ha portato così alla luce un problema ben più grave nelle fondamenta. Un problema che ha spinto i pompieri a chiudere ed evacuare immediatamente l’intero edificio. E che potrebbe, addirittura, portare all’abbattimento del palazzo. Questo, però, una volta che l’ufficio tecnico avrà effettuato un nuovo sopralluogo per valutare appieno l’entità dei danni.
L’unica cosa certa, per il momento, è che i 500 bimbi rimarranno senza scuola per qualche tempo. «La scuola è temporaneamente chiusa per disposizione dei vigili del fuoco - si legge in un cartello affisso all’entrata -. Ulteriori comunicazioni sulla ripresa delle lezioni possono essere richieste da mercoledì 27/09/2006 ai seguenti numeri: 0633264721 e 0669620620». Anche se già si vocifera che gli studenti finiranno in due istituti della zona, il Vibio Mariano e il Sesto Miglio, entro qualche settimana, giusto il tempo di organizzare i trasferimenti.
Se la tragedia, visto che attualmente l’edificio è considerato pericolante, è stata evitata per i bimbi, a sopportare una situazione difficile è rimasto l’ex custode Osvaldo che vive ancora nella struttura. «Venerdì i vigili del fuoco mi hanno detto che avevo due ore per lasciare l’edificio - racconta - ma non so proprio dove andare. In famiglia siamo cinque. In più nel giardino davanti casa abita mio padre in un container. Il Comune deve trovarci una sistemazione simile. Al limite siamo anche disposti a trasferirci in un altro container accanto a quello di mio padre mentre effettueranno i lavori». Per il momento, dunque, sei persone vivono ancora nel palazzo, anche se in un’altra ala rispetto a dove è stato trovato il trave lesionato.
Molto meno grave rispetto a San Godenzo ma indicativa del modo in cui sono gestite le scuole di Roma, la situazione di un altro istituto poco lontano, il Parco di Veio. Il problema di quest’ultima sono le infiltrazioni d’acqua presenti in palestra, nei bagni, nella cucina e perfino nella parte nuova, ristrutturata un paio di anni fa dove a causa della pioggia sono addirittura crollati alcuni pannelli del soffitto. Altro problema quello del refettorio. I lavori per ampliarlo sono iniziati i primi di settembre, anziché in estate come sarebbe stato logico, così la metà dei bambini presenti nella scuola, anch’essa materna e elementare come San Godenzo, sono costretti a non fare il tempo pieno.

Cosa che comporta notevoli disagi per le famiglie informate della novità solo quando sono riprese le lezioni l’undici di settembre.

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