Castel Sant’Angelo L’uomo e l’acqua tra odio e amore

La cinquecentesca riscoperta del corpo, il rapporto tra l’uomo e l’acqua, le riflessioni scientifiche e sportive: in occasione dei recenti campionati mondiali di Roma la storia del nuoto è stata ripercorsa in una mostra, «Il corpo e l’acqua», visibile fino al 25 ottobre al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. Una storia ripercorsa attraverso una selezione di libri antichi, quotidiani e documenti d’archivio provenienti da uno dei più importanti fondi librari antichi dedicati allo sport, quello della Biblioteca Sportiva Nazionale del Coni. Un esempio? L’opera di Auerswald sulla lotta, le cui illustrazioni portano la firma di Lucas Cranach il Vecchio. Un’opportunità per vivere il nuoto in maniera davvero originale: si va dall’incunabolo di Vegezio sull’arte militare al trattato sulla ginnastica di Girolamo Mercuriale al primo trattato moderno sul nuoto, scritto in latino nel 1538 dal tedesco Nikolaus Wynmann (che raccomandava, per muoversi nell’acqua, di imitare gli animali).
E se nel Seicento il nuoto era una componente essenziale dell’educazione, come dimostrano i manuali di Nicolas Roger, Melchisedech Thevenot e l’Encyclopédie degli illuministi, a fine Ottocento è la paura dell’acqua a prendere il sopravvento, tanto che i manuali raccomandano di non dimenticare l’obitorio nel costruire una scuola di nuoto. Una paura che viene superata alla fine del secolo XIX con il rapido emergere di associazioni e iniziative sportive, come raccontano i quotidiani e le foto in mostra, tra cui quelle di Mario Massa, dedicate alle Olimpiadi, e di Giovanni Lanza che ha così raccontato il mondo sportivo fiumarolo romano.


Fondata nel 1940 da Bruno Zauli, la Biblioteca Sportiva Nazionale del Coni possiede la più ampia raccolta italiana specializzata nello sport e nell'educazione fisica: 35mila volumi, tra cui un fondo antico, oltre 2mila testate di periodici italiani e stranieri, e 39 quotidiani.

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