"Castrocaro rinasce. Il Sanremo dell'estate cerca ancora il nuovo pop italiano"

La conduttrice Carolina Rey presenta la finale che torna in tv (su Raidue). In giuria c'è Vessicchio

"Castrocaro rinasce. Il Sanremo dell'estate cerca ancora il nuovo pop italiano"
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Castrocaro che sorpresa.

"Per me condurlo è un onore gigante".

Oltretutto, Carolina Rey, la musica la accompagna da sempre.

"In effetti sono figlia di una cantante lirica, da piccola ho girato i principali teatri italiani con mia mamma concertista delll'Accademia di Santa Cecilia".

Però a lei piace il pop.

"E infatti all'inizio lei mi rinnegava" (e fa squillare la sua risata - ndr)

Carolina Rey, classe 1991, è un enfant prodige dello spettacolo italiano visto che ha debuttato a dodici anni al Teatro Due Pini di Roma e adesso, oltre a condurre UnoMattina Estate con Alessandro Greco su Raiuno, è anche speaker di Rtl 102.5 e rimane uno dei volti del futuro della televisione pubblica (ma non solo, chissà). Stasera sarà su Raidue come conduttrice della finale del Festival di Castrocaro, affiancata dal content creator Dany Cabras, ed è una occasione che vale doppio. Intanto è il ritorno in tv di uno dei Festival che hanno fatto la storia del pop italiano. Nato nel 1957, in oltre mezzo secolo ha infiocchettato talenti come Iva Zanicchi o Caterina Caselli, Gigliola Cinquetti, Eros Ramazzotti e Zucchero tanto per citarne qualcuno. Dopo un periodo di ombra, è rinato sotto la direzione artistica di Carlo Avarello e adesso torna pure in tv. E poi, e non è da sottovalutare, lo fa pure con uno dei volti più lanciati e credibili, una conduttrice sempre in equilibrio tra precisione e ironia.

I dieci finalisti di Castrocaro sono giovani o giovanissimi, buon segno.

"Penso che ci sia un ottimo livello, oltretutto tanti sono non soltanto interpreti di brani inediti scritti da altri, ma sono proprio autori, spesso giovanissimi, che potrebbero diventare certezze nei prossimi anni".

E poi chi vince avrà anche il proprio brano in rotazione sul network radiofonico Kiss Kiss.

"E questo è un bel segnale perché la radio è comunque un motore decisivo del successo pop".

Molti la davano per finita, invece no.

"Ha rinnovato il proprio linguaggio, c'è la radiovisione, si sono le app. La radio ormai c'è anche quando prima non c'era, si può ascoltare veramente ovunque, è molto famigliare, trasmette calore".

Lei conduce Unomattina Estate con Alessandro Greco.

"Un compagno straordinario, una persona davvero speciale".

E poi, nella prossima stagione?

"Beh il mio sogno è quello di condurre uno show musicale. Dopotutto sarebbe fantastico mescolare le mie due passioni".

Viene in mente il Festival di Sanremo.

"Ho lavorato con Carlo Conti in passato e amo il suo modo di lavorare".

Lo dicono tutti.

"Ma non lo dico tanto per dire. Lui è sereno e tranquillo, ha sempre il controllo della situazione e per questo è ineguagliabile".

Quale è la principale differenza tra Sanremo e Castrocaro.

"Al di là di tutto, del cast e della tv, penso che la differenza sia soprattutto nel contatto diretto con il pubblico. A Castrocaro la piazza è fondamentale. Viene per assistere a una gara di canzoni e chi è sul palco sa di dover calamitare l'attenzione di chi è in platea".

Il pubblico è una sorta di giuria che si affianca a quella di qualità, composta da Beppe Vessicchio, Serena Brancale e Clementino.

"Beh Serena è davvero straordinaria. Mi ha colpito il suo approccio alla musica. Il grande pubblico la conosce da poco ma è davvero un animale da palcoscenico, lei apre la serata".

Vessicchio?

"Cosa si può aver per lui se non rispetto? Anche per gli artisti che ha scoperto nella sua carriera".

Clementino?

"È così come si vede. Una persona solare, simpatica, gioiosa".

Un aspetto che manca sempre più.

"I cantanti dovrebbero riscoprire il piacere di fare quello che fanno, a qualsiasi età, anche dopo decenni di carriera. I grandi artisti rimangono entusiasti per sempre. Ora mi viene in mente la volta che ho intervistato Beppe Carletti".

L'anima dei Nomadi.

"Era felice di raccontare la storia di Io vagabondo, canzone che avrà suonato migliaia di volte. La nuova generazione dovrebbe riscoprire questo entusiasmo sincero".

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