In attesa del pieno recupero degli spazi di Palazzo Barberini, ceduti definitivamente dal Circolo Ufficiali alla Galleria Nazionale dArte Antica, è uscito il catalogo «Dipinti del 700» (ed. Gebart), frutto di un lungo studio di Lorenza Mochi Onori, già direttrice del museo e attuale soprintendente a Urbino. La studiosa ha documentato in maniera attenta e completa le varie scuole italiane del Settecento attraverso i generi pittorici presenti nelle collezioni della Galleria. Come ha precisato il soprintendente al Polo museale romano Claudio Strinati, il volume è «il rendiconto di unopera di catalogazione impegnativa e approfondita e un vero e proprio saggio ricognitivo sullarte della pittura a Roma, e non solo a Roma, di estremo interesse». Lapparato iconografico, articolato in schede, comprende, in effetti, una buona scelta di dipinti del XVIII secolo francese, con capolavori di Boucher, Fragonard e Lancret, e numerose opere di altri artisti stranieri che operavano a Roma, come Benefial - oggi un po dimenticato, ma alla fine del Settecento copiato un po da tutti, e in particolare da Goya - del quale esiste un nucleo di ben nove dipinti. Anche di Maratta esiste lintera serie degli Apostoli, commissionata dai Barberini.
Tra i grandi filoni che la Galleria comprende figurano la grande ritrattistica romana, con capolavori da Batoni a Von Maron, la pittura di paesaggio fino a Hackert, il vedutismo, con la serie straordinaria dei dipinti di Van Wittel, Canaletto, Guardi e Bellotto, la pittura delle rovine, con opere fondamentali di Panini, la ritrattistica di carattere, da Cerruti e fra Galgario a Traversi e Bonito, la pittura storica, allegorica e religiosa, con capolavori quali lAgar e lAngelo di Batoni e i bozzetti di Corvi per San Marcello al Corso.In un catalogo il Settecento di Palazzo Barberini
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