Catasto ai Comuni: udienze al Tar del Lazio

Si è svolta avanti la seconda sezione (presidente Luigi Tosti) del Tar Lazio la prima udienza per il ricorso della Confedilizia contro il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri 14.6.2007 in materia di decentramento catastale. Nel giudizio sono intervenute, appoggiando le tesi della Confederazione, l'Aspesi, l'Assoutenti, la Fiaip, la Gesticond e l'Isivi.
All'udienza, le parti si sono accordate per un rinvio per la decisione finale al 6 febbraio.
La Confedilizia (assistita dagli avvocati professor Vittorio Angiolini e Paolo Panariti) ha - com'è noto - presentato ricorso contro il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) sostenendone il contrasto con la legge finanziaria 2007, che prevede che i Comuni «partecipino» alla determinazione dell'estimo dei singoli immobili, fatta peraltro salva la decisione finale sullo stesso da parte dello Stato, rappresentato dall'Agenzia del territorio. Il Dpcm impugnato ha invece dato la facoltà ai Comuni di optare per assumere ogni potere (espropriandone totalmente l'Agenzia del territorio) con la possibilità di determinare così la base imponibile sia dell'imposta comunale sugli immobili (Ici) che dei tributi erariali. Ciò che fa ravvisare alla Confedilizia anche un colossale conflitto di interessi (essendo l'imposta comunale la maggiore entrata dei Comuni) nonché un’evidente incostituzionalità laddove i Comuni stabilirebbero un elemento essenziale per il calcolo delle imposte statali correlate agli immobili.


Come noto i Comuni dovevano fare le proprie scelte, circa l'assunzione delle funzioni catastali, entro il 3 ottobre. E la gran parte di essi ha ovviamente scelto la possibilità che il Dpcm offre loro di determinare l'estimo dei singoli immobili, sia abitativi che ad uso diverso e delle categorie speciali.
* presidente Confedilizia

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