Cattaneo spinge superTerna: con l’Enel continua il duello

Nel «duello per l’elettricità» che la contrappone a Enel, Terna va avanti per la sua strada. Il consiglio d’amministrazione che si è riunito ieri ha ribadito che la società può progettare e realizzare i sistemi di pompaggio idroelettrico, con relative batterie per lo stoccaggio di elettricità. La legge, sostiene la società, ci dà ragione sia in ambito europeo sia italiano: chi si oppone vuole canbiare le attuali normative.
Il riferimento è ovviamente ad Assoelettrica, l’associazione nazionale delle imprese del settore - prima tra tutte Enel -, contraria a qualsiasi attività di Terna in questo campo. Ma l’ad Flavio Cattaneo ricorda che il piano industriale comprendente gli investimenti nei sistemi di accumulo è stato approvato dal cda con un consigliere Enel, prima di essere presentato, in febbraio, al governo e al mercato. Oggi intanto la palla passa al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Toccherà al Consiglio dei ministri, convocato per oggi, decidere se i siti di pompaggio sono impianti di produzione, quindi preclusi a Terna, oppure funzionali alla sicurezza del sistema elettrico, come sostiene la società, forte della concessione ministeriale ottenuta lo scorso anno. Finora sull’argomento si sono espresse le commissioni Industria e Attività produttive di Camera e Senato e l’Autorità per l’Energia, entrambe in senso sfavorevole a Terna. Dal canto suo, la società resta ferma sulla sua capacità di «intrapresa», vale a dire sulla possibilità, consentita dalla legge, di costruire questo tipo di impianti, e si dice pronta a difenderla anche con azioni legali, tanto più che pompaggi e batterie, dice Terna, «non sono impianti di produzione ma sistemi di accumulo, cioè servizi di rete», che tra l’altro consentirebbero risparmi in bolletta fino a due miliardi di euro, riducendo gli squilibri nelle ore di punta dei consumi elettrici. Un progetto importante, su cui la società guidata dall’ad Cattaneo punta per aggiudicarsi un ruolo di primo piano nel sistema energetico nazionale, senza complessi d’inferiorità nei confronti della più conosciuta «sorella maggiore» Enel, da cui si è staccata nel 2005. Dalla sua, Terna ha performance significative in termini di valore: +122,2% il Tsr (ritorno totale per l’azionista) nel periodo 2005-2010, nettamente superiore ai principali concorrenti, come la spagnola Red Electrica (+92,7%) e l’inglese National Grid (+69,7%).
Trovare una soluzione di equilibrio tra Enel e Terna è il compito su cui il ministero dello Sviluppo lavorerà fino all’ultimo: la questione deve essere risolta, infatti, all’interno del decreto legislativo sul cosiddetto Terzo pacchetto energia, un insieme di provvedimenti con cui saranno recepite due direttive comunitarie, appunto, sul mercato comune dell’elettricità e del gas, che deve essere approvato oggi, pena la scadenza della delega il 3 giugno.

Occhi puntati su Palazzo Chigi, dunque, anche e soprattutto da parte di Enel, con Assoelettrica pronta a sua volta a ricorrere in sede europea contro ogni sconfinamento. Proprio per decidere le strategie da adottare dopo la decisione del governo, oggi pomeriggio si riunirà il comitato esecutivo dell’associazione.

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