Qual è la montagna più bella del mondo? Bella domanda. E un bellissimo titolo, di un altrettanto bellissimo pezzo che Walter Bonatti (1930-2011) firmò nel 1966 su Epoca, rivista con cui collaborò a lungo, e che ora torna in una plaquette edita da Henry Beyle (con una nota di Enrico Camanni). Bonatti rispondeva, nella rubrica «Italia domanda», a un lettore di Monza. Ma soprattutto a se stesso, ricordando la propria straordinaria avventura che lo portò, non sempre tenendo un basso profilo, a frequentare i piani alti del pianeta. Comunque, la risposta - che si arrampica tra il Cervino, il Monte Bianco e le Grandes Jorasses, rispettivamente la vetta, il massiccio e la scalata più bella - punta al «senso religioso» che le «cattedrali della Terra» sanno emanare.
Perché valore estetico, etico e storico sono inseparabili. «Un alpinista degno del suo nome non potrebbe mai separare questi tre fattori che stanno alla base della filosofia della montagna». Parola del re delle Alpi.Luigi Mascheroni
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