Alberto Toscano
da Parigi
I «barbari», come amavano definirsi i membri della banda di giovani francesi dediti ai sequestri di persona, sono ormai tutti dietro le sbarre. Il capo Youssef Fofana, autodefinitosi «il cervello dei barbari», è stato catturato in Costa dAvorio, suo Paese dorigine. Interrogato dai magistrati africani in presenza dei poliziotti francesi, questo 26enne di colore ha ammesso di aver partecipato a un sequestro di persona e a vari tentativi di sequestro. Ha però negato di aver ridotto in fin di vita, con orribili torture, il 23enne Igal Halimi, un venditore di telefonini dalla cui famiglia i «barbari» speravano di ottenere un riscatto.
I magistrati francesi, che gestiscono questo delicato dossier, sono convinti che Fofana e i suoi abbiano infierito contro Halimi per ragioni di antisemitismo: pensavano che la comunità ebraica avrebbe potuto sostituirsi alla famiglia per pagare il riscatto, e soprattutto volevano infierire sul giovane ebreo per le presunte «colpe» di Israele. Nelle abitazioni di alcuni arrestati a Bagneux, nella banlieue parigina, è stato trovato materiale propagandistico del fondamentalismo islamico.
Sequestrato il 21 gennaio nella regione parigina, Halimi è stato abbandonato in fin di vita dai suoi carcerieri il 13 febbraio accanto a una linea ferroviaria. Sul corpo aveva i segni di una violenza feroce. Pare che Fofana gli spegnesse addosso le sigarette in nome della vendetta palestinese. La «banda dei barbari» era composta da 15 persone, di età compresa tra i 17 e i 32 anni. La prima a «cantare» è stata una ragazza che aveva il compito di adescare i giovani destinati a essere sequestrati. Lultimo a finire dietro la sbarre è ora il gran capo Fofana, catturato dai poliziotti della Costa dAvorio ad Abobo, quartiere popolare di Abidjan.
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